N.2 2022 - L'offerta editoriale per bambini e ragazzi

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Verso l’orizzonte internazionale: evoluzione e odierne tendenze dell’editoria italiana per ragazzi attraverso lo sguardo dell’osservatorio Andersen

Barbara Schiaffino

Rivista Andersen; Giuria del Premio Andersen, barbara.schiaffino@andersen.it

Anselmo Roveda

Rivista Andersen; Istituto superiore per le industrie artistiche, Urbino, roveda@andersen.it

Abstract

A partire dalla fine degli anni Sessanta del Novecento, e con maggior vigore dagli anni Settanta, la letteratura per l’infanzia e l’editoria per ragazzi hanno conosciuto in Italia un profondo rinnovamento; un’evoluzione che, dopo aver raggiunto negli anni Duemila stabilità quantitativa, ha portato negli ultimi dieci anni a poter evidenziare tendenze espansive: l’allargamento di proposte rivolte e dedicate alle diverse età (da 0/3 anni ai giovani adulti); l’emersione di nuovi linguaggi e forme in cui si dà l’oggetto libro e i prodotti narrativi per l’età evolutiva; un accresciuto numero dei protagonisti della filiera, con il differenziarsi degli ambiti d’intervento (dalla creazione alla produzione, dalla promozione all’educazione della lettura); e, infine, un proficuo dialogo e scambio internazionale, anche con il consolidarsi della vendita di diritti all’estero. Un’evoluzione qui narrata attraverso lo sguardo dell’osservatorio Andersen, realtà attiva dal 1982 e caratterizzata dalla molteplicità delle azioni e degli interventi: dalla cronaca puntuale attraverso le pagine del mensile cartaceo alla selezione annuale per il Premio Andersen, passando dall’informazione in rete per tutti e dalle formazioni specialistiche per professionisti.

English abstract

Since the end of the Sixties in the twentieth century, and with greater force since the Seventies, children’s literature and children’s publishing have undergone a great change in Italy – an evolution that, after reaching quantitative stability in the 2000s, has led to highlighting expansive trends in the past ten years. This includes the increase of proposals aimed and dedicated to different ages (from 0-3 years to young adults); the appearance of new languages and forms in which books and narrative products for children and adolescents are given; an increased number of participants in the supply chain, with different areas of intervention. These areas go from creation to production, from promotion to reading education, and, finally, a fruitful international dialogue and exchange, which includes the consolidation of the sale of rights abroad. 

An evolution narrated here through the eyes of the Andersen observatory, an institution in existence since 1982 with a wide range of interventions: from the precise news items through the pages of the monthly hardcopy to the yearly selection for the Italian Andersen Award; from the information offered to all through the web to training courses for professionals.

La strada percorsa: il rinnovamento della letteratura per l’infanzia in Italia

A partire dagli anni Sessanta del Novecento, e con maggior vigore dagli anni Settanta, la letteratura per l’infanzia e l’editoria per ragazzi hanno conosciuto in Italia un profondo rinnovamento.

Potremmo fissare simbolicamente nel 1972, cinquant’anni fa, la data spartiacque che definisce la stagione di consapevole rinnovamento del settore, sebbene già per gli anni precedenti dovremmo annotare importanti indizi di quel che da lì a poco si darà. Nel 1958 nasce, diretta da Donatella Ziliotto, la collana Il martin pescatore dell’editore Vallecchi; nel 1964 si tiene a Bologna la prima edizione di quella che in breve tempo diventerà la più importante Fiera internazionale del libro per ragazzi; nel corso degli anni Sessanta operano scrittori e illustratori italiani, oggi canonici, come Beatrice Solinas Donghi, Pinin Carpi, Mino Milani, Lucia Tumiati, Emanuele Luzzati o Grazia Nidasio; nel 1966 nascono le Emme Edizioni di Rosellina Archinto, che negli anni seguenti faranno conoscere, tra gli altri, il lavoro per l’infanzia di Leo Lionni, Iela Mari, Bruno Munari, Tomi Ungerer, Eric Carle, Mitsumasa Anno ecc.; nel 1970 Gianni Rodari, a suggello di un’attività pluridecennale, riceve l’IBBY Hans Christian Andersen Award, sorta di Nobel della letteratura per ragazzi; sempre nel 1970 esordisce in volume Bianca Pitzorno con Il grande raduno dei cow boys (Edizioni svizzere per la gioventù).

Nel 1972 però, come amava ricordare Roberto Denti, fondatore con Gianna Vitali proprio in quell’anno della prima libreria specializzata in Italia, accadono alcune cose che avranno profonda influenza, negli anni a venire, sul panorama della cultura per l’infanzia del nostro Paese: esce per Einaudi il saggio [Faeti, 1972], testo fondativo degli studi sull’illustrazione; inizia la pubblicazione della collana Tantibambini diretta da Bruno Munari, sempre per Einaudi, e, appunto, nasce la Libreria dei ragazzi di Milano, presto divenuto luogo di incontro e confronto per chi allora si occupava di libri per l’infanzia. Nel 1972 escono anche i volumi [Bertolucci, 1972], prima ricognizione del settore, e [Genovesi, 1972], documentato saggio; inoltre, dal 6 al 10 marzo Gianni Rodari partecipa a Reggio Emilia agli Incontri con la Fantastica, da cui l’anno dopo nascerà [Rodari, 1973].

È l’avvio di una stagione che in un crescendo di iniziative culturali e imprenditoriali vedrà nel decennio successivo la nascita di progetti editoriali seminali per il settore – la linea ragazzi di Editoriale libraria, poi Edizioni EL (1974), La Coccinella (1977), Nuove edizioni romane (1977), Fatatrac (1979) ecc. – e l’esordio di scrittori come Roberto Piumini (Il giovane che entrava nel palazzo, Nuove edizioni romane, 1978) e Giusi Quarenghi (Ahi, che male, Edizioni EL, 1982) o di illustratori come Roberto Innocenti (attivo dal 1973), Altan (nel 1975 crea la Pimpa per il Corriere dei piccoli) e Nicoletta Costa (esordio con La maestra dormigliona, Chiandetti, 1980). Sempre dagli anni Settanta operano progettiste editoriali sensibili anche alle esigenze dei più piccoli come Loredana Farina, una delle anime de La Coccinella, ed Emanuela Bussolati; mentre sul finire del decennio prendono avvio gli studi di Pino Boero sulla letteratura per l’infanzia e di Paola Pallottino sull’illustrazione [Boero, 1980; Pallottino, 1988]. Nel 1981 quelle che da lì a qualche anno diventeranno le Edizioni EL iniziano la pubblicazione della collana Le letture, la prima di tascabili dedicata agli autori italiani, un’occasione per far crescere professionisti nostrani.

Il fermento di quel decennio non passa inosservato a due uomini di cultura e comunicazione come Gualtiero Schiaffino e Ferruccio Giromini che nel 1982 danno vita, in collaborazione con Denti e Vitali chiamati quali giurati, al Premio Andersen e, contemporaneamente, al numero zero della rivista Andersen, divenuta negli anni seguenti mensile capace di dar voce a un settore editoriale in espansione. Al premio e alla rivista mensile nel corso degli anni si sono affiancate altre attività d’informazione e di critica militante, con interventi su differenti media (radio, tv, internet) e, nell’ultimo ventennio, di formazione sui temi della cultura per l’infanzia e dell’educazione alla lettura; una serie di azioni, in costante dialogo tra loro, portate avanti con una continuità tale da configurarle nel loro complesso come un osservatorio permanente sull’editoria per ragazzi: l’osservatorio Andersen.

L’editoria italiana per ragazzi negli anni Ottanta e primi Novanta conosce ulteriori significativi sviluppi: con l’esordio di autori come Angela Nanetti (Le memorie di Adalberto, Edizioni E. Elle, 1984), Guido Quarzo (Seconda storia del principe Faccia da Maiale e altri racconti, Edizioni EL, 1990), Silvana Gandolfi (La scimmia nella biglia, Salani, 1992) e Bruno Tognolini (Angeli, lucertole, bambini dappertutto, Fatatrac, 1992); con l’entrata dei maggiori editori nazionali nel settore e la nascita di collane e contenitori dedicati, basterà citare Gl’Istrici (1987) di Salani, Junior (1988) di Mondadori e Il battello a vapore (1992) di Piemme; con, sempre tra gli Ottanta e i Novanta, l’avvio della produzione editoriale di Munari per Corraini, realtà attiva dal 1973 come galleria d’arte; e con la nascita di piccole ma determinate case editrici indipendenti come Carthusia (1987) e Sinnos (1990).

Si assiste all’affermarsi della disciplina in seno all’università, nel 1990 Antonio Faeti diventa il primo professore ordinario di prima fascia di Storia della letteratura per l’infanzia; mentre nel 1995 Pino Boero e Carmine De Luca pubblicano la prima edizione del fondamentale saggio [Boero - De Luca, 1995]. Sul fronte culturale si ha la nascita, la continuazione o il rinnovamento di riviste del settore; è l’età d’oro dei periodici cartacei dedicati. Insieme al mensile Andersen (1982) operano altre riviste, solitamente trimestrali o quadrimestrali: Schedario (1953-1998, fino al 1989 bimestrale), Pagine giovani (1976), LG argomenti (1977- 2017, nata come Il Minuzzolo nel 1965), Sfoglialibro (1988-2012), LiBeR (1988); e nel decennio successivo arrivano anche il trimestrale Il Pepe verde (1999, ora Pepeverde) e il quadrimestrale Hamelin (2001, dal 2016 semestrale).

Il decennio 1992-2002 rappresenta anche il momento del consolidarsi e dello stabilizzarsi quantitativo della produzione editoriale per l’infanzia, che arriva alle duemila nuove proposte annue; i grandi editori con le loro collane ne sono i principali protagonisti. Sul finire del decennio si determina anche una nuova centralità del settore infanzia nelle dinamiche complessive dell’editoria, pure grazie a fenomeni di sicuro riscontro commerciale come l’arrivo in Italia nel 1998 del primo volume della saga di J.K. Rowling con protagonista Harry Potter.

Gli anni Duemila, sulla scia di tanta attenzione culturale e di tale riscontro commerciale, vanno a definire quel quadro dinamico e solido che conosciamo per l’oggi.

Tra gli anni immediatamente precedenti il nuovo millennio e oggi emergono i nomi degli autori italiani attualmente più amati e noti: Beatrice Masini, Pierdomenico Baccalario, Luigi Garlando, Chiara Carminati, Nicola Cinquetti, Anna Lavatelli, Teresa Buongiorno, Luisa Mattia, Guido Sgardoli, Fabrizio Silei, Davide Calì, Beatrice Alemagna, Alessandro Sanna, Davide Morosinotto, Cristina Bellemo, Sabrina Giarratana ecc. L’elenco potrebbe essere lungo, rimandiamo alle eccellenze sottolineate dalle selezioni effettuate dalla giuria del Premio Andersen.

Parallelamente agli autori crescono anche gli editori. Così, a fianco dell’impegno di grandi editori come Giunti, Rizzoli, Bompiani, Feltrinelli, De Agostini e San Paolo, oltre ai già nominati, nascono progetti di piccola e media editoria capaci, talvolta partendo da esigenze intorno a temi o linguaggi specifici, di imporsi presto sulla scena nazionale: Editoriale scienza (1993), Il Castoro (1993, ma nel settore dal 1999), Babalibri (1999), Lapis (2000), Zoolibri (2001), Orecchio acerbo (2001), Topipittori (2004), L’ippocampo (2005), Terre di mezzo (1994, ma nel settore dal 2005), Giralangolo (2007), Uovonero (2010), Camelozampa (2011), Edizioni Clichy (2012) ecc. anche qui l’elenco sarebbe lungo, pertanto rimandiamo alle selezioni del Premio Andersen.

Verso la definizione dell’attualità: libri e giovani lettori

Oggi in Italia la letteratura, l’illustrazione e l’editoria per ragazzi rappresentano l’evoluzione e l’esito di quella dinamica che ha interessato la cultura per l’infanzia nel nostro Paese a partire dal secondo dopoguerra, e che si è determinata con chiarezza, in modo qualitativo, solo a partire dagli anni Settanta e Ottanta, e da un punto di vista quantitativo dagli anni Novanta e Duemila. Il nuovo millennio si è aperto con numeri del settore che restano, pur a fronte di diversi momenti di crisi (contingenza mondiale della grande recessione tra il 2007 e il 2013, crisi pandemica da Covid-19 nel 2020), pressoché stabili; addirittura con segni positivi per quel riguarda la centralità del settore ragazzi nel complesso dell’editoria e per quel riguarda le capacità di export dell’editoria per ragazzi nostrana.

Certo, la fotografia del primo semestre di quest’anno segna una flessione sia nel numero di novità a stampa pubblicate (-2,3% rispetto al 2021) sia nel numero di copie vendute (-3,6%) sia nel valore complessivo delle vendite (-4,2%) [AIE, 2022b]; ma il 2021 era stato un anno particolarmente favorevole. Resta rassicurante il raffronto tra questo scorcio di 2022 e il 2019, anno prima della pandemia, in questo caso i segni sono decisamente positivi, con una spesa per i libri ben superiore: 104,2 milioni di euro contro i 90,9 milioni dello stesso periodo nel 2019.

La fotografia dei primi mesi del 2021 era stata decisamente positiva; in linea con la crescita registrata nel 2019, annata che si era chiusa con un +4,8% a valore per i canali trade e con un sorprendente +3,4% in termini di copie vendute [AIE, 2020]. Era la prima volta che accadeva dall’inizio della lunga crisi avviatasi nel 2010 come conseguenza della gran recessione mondiale. Per la prima volta da quasi un decennio si era tornati a un valore di fatturato trade assai prossimo a quello del 2011 (1,422 contro 1,433 miliardi di euro). Poi, nei primi mesi del 2020, con il propagarsi della pandemia da virus SARS-CoV-2 (e conseguente malattia Covid-19), tutto è cambiato, è arrivato il lockdown, si sono determinati nuovi scenari; sono cambiati giocoforza gli equilibri tra vendita in libreria e vendita online, sono aumentate le fruizioni di e-book e audiolibri, ma anche il cartaceo ha tenuto. La fruizione di opere e prodotti culturali ha vissuto per vari mesi enormi contraddizioni con l’imposta immobilità ad alcuni ambiti (teatro, sale cinema ecc.) e l’incremento di altri (piattaforme digitali di contenuti cinematografici e televisivi). L’editoria e il mondo letterario hanno patito l’iniziale chiusura delle librerie e poi la cancellazione degli appuntamenti in presenza (fiere, festival, presentazioni dei nuovi volumi ecc.), spostandosi su surrogati online. I consumi culturali in fatto di lettura hanno fatto comunque registrare dati rassicuranti, pur momentaneamente spostando gli equilibri a favore di canali d’acquisto online e ampliando la fruizione di nuove forme (e-lettura, ascolto audiolibri). Il lockdown, con la dilatazione dei tempi a casa, insomma, ha fatto leggere (e ascoltare storie) di più.

Il 2021, per quanto non ancora cessata l’emergenza pandemica, ci ha avviati a una nuova normalità, segnata da dati di vivacità in tutta la filiera creativa e produttiva del libro per ragazzi.

Le flessioni quantitative di questi primi sei mesi del 2022, pur con il profilarsi nei prossimi mesi anche delle conseguenze mondiali determinate dal conflitto in Ucraina, non cambiano, per ora, sostanzialmente il quadro complessivo della salute e della proposta dell’editoria per ragazzi in Italia; del resto, secondo il report [Istat, 2022, p. 3], «in termini di tiratura, le opere [...] per ragazzi coprono una considerevole quota di mercato: circa una copia stampata su cinque è riconducibile [...] ai libri per ragazzi (18,7% della tiratura)».

Dati e tendenze che richiedono attenzione, ma che auspichiamo rappresentare ancora una base per riflessione e crescita. Dati e tendenze evidenziate, con particolare fuoco sulla lettura, anche nella presentazione tenuta da Giovanni Peresson dell'Ufficio studi AIE [Peresson, 2021] in occasione dell’uscita di [Cepell, 2021]. Quest’ultimo volume – frutto dell’indagine, giunta alla seconda edizione, voluta dal Centro per il libro e della lettura in collaborazione con l’Associazione italiana editori – evidenzia che in Italia a fine 2020, considerando oltre ai libri a stampa anche e-book e audiolibri, il mercato è cresciuto del +2,3%.

Per il nostro Paese la criticità maggiore continua a risiedere nell’indice complessivo di lettura, inferiore, talvolta in modo consistente, rispetto a quello delle altre grandi nazioni europee. Sappiamo però che in Italia l’infanzia e l’adolescenza rappresentano, nonostante un’allarmante tendenza di flessione, le età di maggior rilievo nella fruizione di libri e nella pratica della lettura. Il già citato [Istat, 2022, p. 8] conferma: «La quota più alta di lettori continua a essere quella dei giovani: ha letto almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali il 58,6% dei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni. Tuttavia, in questa fascia di età i lettori sono diminuiti negli ultimi 10 anni di 6,8 punti percentuali. [...] In assoluto, il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze tra gli 11 e i 24 anni (oltre il 60% ha letto almeno un libro nell’anno)».

La vitalità, nonostante tutto, dell’editoria e la presenza di lettrici e lettori, soprattutto nelle prime età della vita, ci portano quindi a interrogarci su quanti e quali libri abbiano significativa penetrazione e rilevanza nel settore infanzia e ragazzi in Italia. La questione quantitativa generale è presto risolta, grazie ai rapporti annuali curati da LiBeR: le novità editoriali nel settore ragazzi sono, grossomodo e da tempo, intorno alle duemila novità all’anno (nel 1998 erano 2.063, nel 2018 sono state 2.615). Le novità editoriali sono state a lungo pressoché equamente divise tra libri creati da autori italiani e libri acquistati dall’estero, con un recente vantaggio per i connazionali; nel settore ragazzi solo il 34,8% è rappresentato da libri tradotti e acquistati dall’estero [Istat, 2022].

La vera novità nella definizione di un’attualità dell’editoria per ragazzi – a fianco dell’emersione di ulteriori nuove case editrici, autori e protagonisti – risiede, forse, nel moltiplicarsi e meglio precisarsi dei destinatari, dei linguaggi, dei temi e delle forme in cui si danno la letteratura e l’illustrazione accolta nella produzione editoriale rivolta ai più giovani.

Se, fino al termine dello scorso millennio e al primo decennio di quello attuale, l’editoria per ragazzi si definiva essenzialmente attraverso tre grandi poli rappresentati da divulgazione, narrativa e, genericamente, illustrati, oggi l’offerta complessiva – e gli attori che a vario titolo la creano, la producono e la promuovono – si è declinata e specializzata, meglio precisando fasce d’età o tipologie di lettori, concentrandosi su linguaggi, temi e forme che, seppur in precedenza non del tutto assenti dal panorama, attualmente rivendicano spazi e legittimità autonomi e propri. In Italia questo fenomeno si è reso possibile grazie a un accresciuto interesse generale intorno ai prodotti culturali per l’infanzia, ma altresì grazie ad accresciute professionalità, anche in dialogo con una dimensione immediatamente internazionale.

Sempre più piccoli, sempre più grandi, la questione dei destinatari

L’editoria per bambini e ragazzi in Italia ha via via moltiplicato la propria offerta guardando, e accordandosi, a quando accadeva nella società, in termini di nuove sensibilità e consapevolezze intorno alle diverse età dell’infanzia e dell’adolescenza. Si è assistito così, a fianco della già consolidata suddivisione per fasce d’età delle collane rivolte prevalentemente alle bambini e ai ragazzi compresi nello spettro dell’obbligo scolastico (scuola primaria e secondaria di primo grado), al progressivo allargamento delle età coinvolte nella proposta dell’editoria di settore, anche con specializzazioni interne sempre meglio precisate e segmentate, non solo per mere politiche commerciali di targhetizzazione ma anche, e questo è assai più interessante, per desiderio di cogliere al meglio le specificità e le esigenze delle diversi fasi dello sviluppo dell’infanzia e dell’adolescenza. Attualmente, copre dalle primissime età della vita (0/3 anni) fino ai giovani adulti (anche oltre i 18 anni).

I libri per prelettori e primissimi lettori vantano, in Italia, una tradizione progettuale e editoriale colta e antica, tanto che una specifica sezione del Premio Andersen (Miglior libro 0/6 anni) ne premia le eccellenze fin dal sorgere del riconoscimento nei primi anni Ottanta del Novecento; vincitore inaugurale di quella sezione fu, nel 1983, Francesco Tullio Altan con Nuota, pesciolino! (Edizioni EL). Eppure, a partire dai primi anni Duemila, si è assistito, grazie a realtà come Nati per leggere e, ancor prima, all’attività di studiosi militanti come Rita Valentino Merletti e Luigi Paladin, a una più diffusa attenzione alle prime età della vita in relazione alla lettura e più in generale delle opportunità offerte dall’oggetto libro. Sulla scia di esperienze internazionali e di precursori nazionali nel 1999 si è avviato il programma Nati per leggere, un’azione di promozione della lettura rivolta alle famiglie con bambini in età prescolare, promossa dall’Associazione culturale pediatri, dall’Associazione italiana biblioteche e dal Centro per la salute del bambino onlus (CSB). Oggi tale realtà è attiva, con centinaia di progetti e presidi territoriali, in tutto il Paese; inoltre, dal 2010 Nati per leggere attribuisce un omonimo premio, attualmente significativamente suddiviso, per quel che concerne i libri, nelle categorie 6-18 mesi, 18-36 mesi, 3-6 anni, a ulteriore dimostrazione delle differenti esigenze evolutive e delle sfumature in fatto di proposta editoriale.

L’osservatorio Andersen, pur dedicando da sempre attenzione ai più piccoli – in questo senso andranno letti, ad esempio, i premi assegnati agli autori completi Bruno Munari (1984), Altan (1986), Nicoletta Costa (1994) e ai progetti editoriali La Coccinella (1997) e Nord-Sud Edizioni (1998) – negli ultimi quindici anni ha saputo cogliere il fenomeno della la crescente specializzazione e dedizione attraverso premi speciali della giuria e la selezione annuale delle terzine finaliste della categoria 0/6 anni del Premio Andersen, al cui albo d'oro si rimanda. Significativi, in tal senso, l’assegnazione di un premio alla collana ZeroTre (2009) di Franco Cosimo Panini, i riconoscimenti agli autori completi Gek Tessaro (2010) e Emanuela Bussolati (2013), il premio speciale della giuria ad Attilio (2017). Oltre al premio, andranno segnalate le formazioni specialistiche, supervisionate da Walter Fochesato (coordinatore redazionale di Andersen e docente di Storia dell’illustrazione presso l’Accademia di Belle arti di Macerata e altri atenei), dedicate alle educatrici e agli educatori degli asili nidi e delle scuole dell’infanzia, e una serie di articoli di approfondimento, sui temi connessi a prime età e libri, apparsi sulla rivista a firma di Mara Pace (redattrice di Andersen e docente di Tecniche di animazione della lettura all’Università di Brescia).

La selezione annuale dei finalisti e dei vincitori della categoria Miglior libro 0/6 anni del Premio Andersen per il periodo 2012-2022, integrata per lo stesso decennio da titoli di categorie con punti di contato (Miglior albo illustrato, Miglior libro senza parole), rappresenta un’ideale bibliografia capace di sottolineare l’attualità delle proposte per giovanissimi lettori e prelettori.

L’attenzione ai lettori più giovani è andata di pari passo con l’attenzione a quelli più grandi, con l’affermarsi della letteratura cosiddetta young adult (YA) e, in generale, di una riflessione ampia sull’adolescenza e sull’età dei giovani adulti. Se in letteratura il termine YA prova a definirsi nelle proposte editoriali fino ai 18 anni, le dinamiche sociali hanno per contro definito giovani adulti uno spettro assai più ampio di popolazione, nei fatti includendovi lettori e lettrici ventenni. Il tema richiederebbe spazi di analisi assai ampi; qui, in relazione a editoria e costumi di lettura, basti ricordare, a mo’ di esempio di quanto accaduto in Italia, la significativa esperienza di Mare di libri, un festival espressamente dedicato alla letteratura per adolescenti nato nel 2008 e che rappresenta occasione di incontro e riflessione intorno al tema.

L’osservatorio Andersen ha registrato il fenomeno, fin dai suo prodromi, attraverso recensioni, interviste e articoli firmati sulla rivista da Elizabeth Clarke (paranormal e urban fantasy), Anselmo Roveda (sf, supereroi e distopia), Vania Imbrogiano (romance e fantasy), Caterina Ramonda (YA, graphic novel e percorsi bibliografici) e Martina Russo (YA, cinema e percorsi bibliografici); definendo negli anni proposte formative, curate da Barbara Schiaffino e Martina Russo, per insegnanti; e, in sede di Premio Andersen, istituendo nel 2012 la categoria Miglior libro oltre i 15 anni, categoria andatasi ad affiancare a quella Miglior libro oltre i 12 anni, istituita nel 1990.

Anche in questo caso la selezione annuale dei finalisti e dei vincitori delle categorie dedicate del Premio Andersen, integrata da qualche premio speciale, rappresenta un’ideale bibliografia, di oltre sessanta titoli, capace di sottolineare l’attualità delle proposte per lettori adolescenti e giovani adulti. Un’attenzione testimoniata nell’ultimo quindicennio anche nella sottolineatura di contenitori editoriali dedicati, con premi alle collane Oltre Rizzoli (2008), Extra Giunti (2012), Freeway Edizioni Piemme (2013), Narrativa Giralangolo (2020).

Emersione e consolidarsi di nuovi linguaggi, questioni e forme, nel segno della molteplicità

L’allargamento delle fasce d’età coinvolte nella proposta dell’editoria di settore, così come una loro miglior definizione, ha contribuito all’emersione o a una precisazione di nuovi linguaggi, questioni e forme in cui si dà l’oggetto libro, qui inteso nella sua forma tangibile e cartacea. Parimenti è accaduto per gli altri prodotti narrativi per l’età evolutiva quali e-book, audiolibri, app e oggetti digitali che esulano da questa ricognizione.

Restando ai libri, la generica distinzione in narrativa, illustrati e divulgazione risponde sempre più in modo fallace a un’esatta descrizione delle proposte. Se la narrativa è andata vieppiù specializzandosi – almeno nelle intenzioni della comunicazione commerciale, per età dei destinatari e in generi – e la divulgazione si è aggiornata reinventandosi nelle forme della sua offerta, è l’albo illustrato che in questi ultimi decenni ha acquisito uno status nuovo, svincolandosi da una fruizione solo per piccoli, talvolta addirittura dall’apporto testuale, sovente ampliando le tematiche solitamente affrontate, godendo di contributi di riflessione intorno alla sua stessa ragion d’essere. Ciò ha permesso anche di prestare attenzione particolare e di garantire margini di autonomia a tipologie di libri illustrati e narrazioni per immagini di ambiti contermini, tanto per forme di consolidata fortuna nel nostro Paese quanto per linguaggi fino ad allora non pienamente sperimentati.

Si potrà quindi segnalare la rinnovata centralità dei libri progettati ‘cartotecnicamente’: cartonati, non solo per i più piccoli, realizzati tramite fustelle, libri-gioco, pop-up. Nel segno della tradizione de La Coccinella, altri editori hanno intrapreso la via, anche grazie all’opera di disseminazione culturale di Loredana Farina, fondatrice nel 2017 dell’associazione Ts’ai Lun 105, realtà che annualmente istituisce borse di studio per giovani progettisti editoriali. Centralità della progettazione e della cartotecnica anche nel lavoro della già citata Emanuela Bussolati (plurivincitrice del Premio Andersen), del paper engineer Massimo Missiroli (insignito di due premi speciali Andersen nel 2001 e nel 2021), del designer Mauro Bellei (Premio Andersen Protagonisti della cultura per l’infanzia 2021), degli illustratori Sandro Natalini (Premio Andersen Miglior libro fatto ad arte 2019 per Cappuccetto Rosso, EDT-Giralangolo) e Agnese Baruzzi, senza scordare l’attenzione dedicatagli anche da scrittori e curatori come Teresa Porcella e Gabriele Clima.

La fotografia, al servizio dell’editoria per ragazzi, conosce anch’essa, dopo isolate folgoranti sperimentazioni nei decenni passati (basterà citare i libri di Mario Mariotti), un rinnovato interesse: pure in fruttuoso dialogo con l’illustrazione. Per gli anni Duemila, oltre ad alcuni libri dell’editore Fulmino e della collana ZeroTre di Panini, va innanzitutto segnalato il lavoro di Massimiliano Tappari, insignito del Premio Andersen per il complesso della sua opera con il riconoscimento Protagonisti della cultura dell’infanzia (2016) e per il volume Occhio ladro. A questo lavoro vanno aggiunte, oltre alla proposta in Italia dei libri di Tana Hoban e Ylla (Due piccoli orsi, Orecchio acerbo, finalista Premio Andersen miglior libro 0/6 anni 2022), almeno le sperimentazioni di Ninamasina, nom de plume di Anna Masina, con Questa notte ha nevicato (Topipittori; finalista Premio Andersen miglior libro 0/6 anni 2018) e la ricerca di Marianna Balducci, vincitrice del Premio Nati per leggere 6/18 mesi 2018 con Il viaggio di Piedino (con Elisa Mazzoli; Bacchilega, 2018) e vincitrice con Io sono foglia (con Angelo Mozzillo; Bacchilega, 2020) del Premio Andersen miglior libro 0/6 anni 2021 e del Superpremio Andersen “Gualtiero Schiaffino” 2021.

Il fumetto – oltre a propri autonomi storici percorsi, per quel che concerne la proposta ai ragazzi prevalentemente sulla stampa periodica – ha negli ultimi anni sempre più intersecato le strade dell’editoria ragazzi, entrando, con apposite collane e grazie a specifici editori, negli orizzonti e nelle selezioni della critica e dei promotori della letteratura per l’infanzia e l’adolescenza. Il fumetto negli ultimi anni sta conoscendo un vero e proprio boom, fenomeno sottolineato recentemente anche dai report dell’AIE, nei quali si evidenzia come il segmento abbia triplicato nel triennio 2019-2022 la propria forza, sia in termini di spesa dei lettori sia, ancor più, in termini di copie acquistate, conquistando quasi 9 milioni di lettori in Italia [AIE, 2021a; AIE, 2022a].

Editori nati in questa stagione e che si caratterizzano proprio per proporre libri a fumetti nel settore ragazzi, come Tunué (2004) e Bao publishing (2009), hanno fatto da apripista a proposte a fumetti presentate da editori già attivi in letteratura ragazzi (Il Castoro, Sinnos, Mondadori, Einaudi Ragazzi ecc.) o all’entrata nel settore di case editrici originariamente versate al pubblico da fumetteria (Lizard, oggi Rizzoli Lizard, Coconino press, BeccoGiallo, Diabolo, Canicola ecc.). Analogo discorso vale per gli autori, sia del segno sia della parola; con scrittori e illustratori a proprio agio tanto nella letteratura per l’infanzia quanto nel fumetto: Patrizia Rinaldi (Premio Andersen Miglior scrittrice 2016) e Marco Paci insieme vincitori con La compagnia dei soli (Sinnos) del Premio Andersen Miglior libro a fumetti 2017; Silvia Vecchini e Sualzo; Sergio Rossi; Pia Valentinis (Premio Andersen Miglior libro a fumetti 2015 con Ferriera pubblicato da Coconino press); Manuele Fior ecc.

Un ruolo fondamentale, a fianco dell’oggettiva affezione per questo linguaggio tra le nuove generazioni, anche con l’affermazione di autori ormai mainstream come Luca Ortolani, Gipi o Zerocalcare, è stato giocato dall’associazione Hamelin di Bologna; sia grazie alla presenza costante delle riflessioni offerte sul loro omonimo periodico sia, forse soprattutto, grazie a BilBOlbul - Festival internazionale di fumetto tenutosi dal 2007. L’associazione nel 2021, a conclusione della XV edizione, ha annunciato la fine dell’esperienza del festival, sottolineando proprio la dinamica evidenziata: «in questi quindici anni il posizionamento del fumetto nell’immaginario, nelle librerie, nella pratica di lettura del nostro Paese è radicalmente mutato: si sta vivendo un momento decisamente positivo, grazie soprattutto al successo del graphic novel e alla nuova affermazione del manga. Aumentano gli editori, i progetti editoriali, le iniziative volte a promuovere nuovi talenti, le lettrici e i lettori; i festival si sono moltiplicati in tutta Italia mentre le grandi manifestazioni letterarie accolgono sempre più il fumetto nei loro programmi; le istituzioni iniziano ad accorgersi delle potenzialità di questo linguaggio e fioriscono le iniziative a sostegno di chi se ne occupa».

L’osservatorio Andersen ha registrato il fenomeno attraverso recensioni, interviste e articoli firmati sulla rivista da collaboratori storici (Silvia Santirosi, Mara Pace) e da specialisti d’ambito (Sergio Badino, Andrea Mazzotta); e istituendo nel 2014 la categoria del Premio Andersen Miglior libro a fumetti, con l’invito in giuria del disegnatore Enrico Macchiavello (docente all’Accademia di Belle arti di Genova, alla Genoa Comics Academy e alla Scuola internazionale di comics). Anche in questo caso la selezione annuale dei finalisti e dei vincitori della categoria dedicata del Premio Andersen rappresenta un’ideale bibliografia iniziale per addentrarsi nella proposta a fumetti, potendo altresì riscontrare come nelle shortlist dei singoli anni appaiano titoli rivolti a età molto differenti (dai piccolissimi ai giovani adulti). Emblematica di questa varietà la terzina dei finalisti 2021 con: Pistillo (Diabolo) di Marco Paschetta, Imbattibile (Comicon) di Pascal Jousselin, e Girotondo (Il Castoro) di Sergio Rossi e Agnese Innocente.

Nell’accennare in precedenza alle nuove specificità dell’albo illustrato, evocavamo un protagonista implicito del ragionamento: il libro senza parole. Forma da tempo presente nelle sperimentazioni di illustratori e autori internazionali, ma che ha conosciuto, anche grazie alla sua capacità di farsi occasione relazionale con i più piccoli e con persone provenienti da altre culture, notevole impulso negli ultimi anni.

L’osservatorio Andersen ha registrato il fenomeno attraverso le riflessioni di Walter Fochedato (presidente della giuria internazionale del Silent book Contest - Gianni De Conno Award, organizzato da Carthusia) e l’istituzione nel 2018 della categoria del Premio Andersen Miglior libro senza parole.

Oltre alla sperimentazione di nuovi linguaggi e forme in dialogo con la letteratura per ragazzi, questi decenni si sono caratterizzati per l’emersione o il consolidarsi di temi che attraversano la produzione letteraria e artistica. Una disamina dei generi e dei motivi dell’odierna letteratura per l’infanzia e l’adolescenza esula, giocoforza, da queste nostre riflessioni, necessiterebbe di spazi e approfondimenti diversi; riflessioni che l’osservatorio Andersen opera mensilmente sulle pagine della rivista e con costanza nei lavori di selezione della giuria del Premio Andersen e nelle formazioni specialistiche. Qui, pertanto, ci limitiamo a sottolineare in accenno due questioni che hanno attraversato in profondità l’editoria ragazzi, contribuendo al suo rinnovamento: l’accessibilità e il contrasto degli stereotipi con particolare attenzione al genere. Si sono, infatti, avviate esperienze dedicate con case editrici, personalità, realtà e progetti editoriali capaci di sottolineare l’importanza di tali questioni; per l’accessibilità pensiamo a editori come Biancoenero (2005) e Uovonero (2010), alla collana Leggimi (2006) di Sinnos e, a seguire, alle diverse collane ‘ad alta leggibilità’ mese in campo da differenti editori; per il contrasto agli stereotipi pensiamo a editori come Settenove (2013), a collane come Sottosopra (2014) di Giralangolo, al lavoro dell’associazione come Scosse (2011) o della ricercatrice universitaria Irene Biemmi.

Dietro ogni libro, la rete di professionisti e appassionati

Il fermento di questi ultimi decenni a proposito di editoria ragazzi ha determinato, ed è stato via via determinato da un accresciuto numero di attori, a vario titolo coinvolti nel processo di rinnovamento e consolidamento. A fianco di figure e attori da sempre presenti nell’ambito della letteratura per l’infanzia – coloro che negli anni Ottanta e Novanta erano gli originari destinatari di Andersen, ovvero insegnanti, bibliotecari, editori, scrittori e illustratori – si sono affiancati nuovi attori, sia tra le figure professionali sia tra un pubblico allargato di appassionati e di famiglie attente alle proposte editoriali di qualità in fatto di letture per i propri figli. Inoltre, anche per le figure di più antica pertinenza si sono determinate nuove specializzazioni e occasioni di formazione e attività. Di fatto, in questi decenni gli addetti e gli appassionati sono cresciuti non solo quantitativamente, ma altresì nel loro profilo qualitativo; e ciò vale per le differenti posizioni da cui si guarda al settore.

In editoria, ad esempio, è cresciuto notevolmente il numero di professionisti che si dedicano prevalentemente – quando non in modo esclusivo – e con appassionata competenza al settore ragazzi, non più ambito di qualche editore illuminato o di consulenti e curatori isolati, ma terreno d’azione e confronto di numerosi editori e imprenditori indipendenti, medi e piccoli; di direttori editoriali, editor e curatori impiegati presso la grande editoria; di lettori e redattori specializzati in juvenilia; di traduttori versati alla narrativa ragazzi o impegnati in segmenti specifici come l’albo illustrato; di uffici stampa dedicati; di agenzie di rappresentanza e di agenzie di servizi editoriali operanti nel settore. Oltre al lavoro di bottega, al tramandare saperi, alle autocandidature, ha avuto ruolo certo l’attenzione dedicata alla letteratura per l’infanzia e all’illustrazione nei percorsi di studio professionalizzanti per l’editoria, con il moltiplicarsi delle occasioni di riflessione. Si pensi al Master in Editoria della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori; ai due percorsi, Master Professione editoria cartacea e digitale e Master BookTelling - Comunicare e vendere contenuti editoriali, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; o al Master Professioni e prodotti dell’editoria organizzato dal Collegio universitario Santa Caterina da Siena con l’Università di Pavia. O ancora, per le traduttrici e i traduttori, al programma, annualmente rinnovato, del Caffè Traduttori alla Fiera di Bologna; all’esperienza di STradE (Sindacato traduttori editoriali, ora confluito in Sil-Cgil) e del Centro Metra presso il Dipartimento di Interpretazione e traduzione dell’Università di Bologna - Campus di Forlì; ai convegni “Dall’italiano al mondo” organizzati dal Salone del libro di Torino e curati da Ilide Carmignani; o, per quel riguarda le colonne di Andersen, il coinvolgimento di traduttori come Daniele Petruccioli e Eva Valvo.

Nel mondo delle biblioteche e della scuola, seppur già solidamente consapevoli nelle loro eccellenze dell’importanza della letteratura per ragazzi, si è assistito egualmente al moltiplicarsi di progetti di promozione e educazione alla lettura portati avanti da bibliotecari specializzati e insegnanti attenti, anche qui grazie alle molte occasioni formative e d’aggiornamento offerte da istituzioni pubbliche e private.

Nell’ambito della ricerca e della critica, sia accademica sia militante, così come in quello della formazione privata e del giornalismo culturale è cresciuto il numero di chi, complice anche il processo di democratizzazione dei saperi favorito dalla rete, si occupa di letteratura per l’infanzia e di illustrazione. Nell’università e nell’alta formazione, in particolar modo, si sono consolidate cattedre e occasioni di ricerca, con dottorati e programmi dedicati.

Nel settore librario, pur a fronte di crisi ricorrenti con relative cessazioni di attività, si è assistito a un generalizzato incremento delle librerie indipendenti specializzate, ormai diffuse sull’intero territorio nazionale, spesso tra loro raccordate in reti e associazioni di coordinamento; un incremento impulsato da pratiche di condivisione all’interno di queste reti e da occasioni formative quali l’Accademia Drosselmeier. La crescente attenzione al libro per ragazzi ha permesso di conquistare un maggiore spazio all’interno delle librerie generaliste e di catena, talvolta con addetti alla vendita dedicati e appositamente formati.

Nell’ambito della creazione stanno ora emergendo nuove generazioni di scrittori e illustratori, non solo sensibili alla cultura per l’infanzia per individuali traiettorie biografiche, ma anche accostatisi all’editoria ragazzi attraverso percorsi formali e occasioni formative di approfondimento condivise quali sono, ad esempio, il corso in Illustrazione dell’ISIA di Urbino, il Master in illustrazione editoriale Ars in fabula di Macerata, il corso Mimaster illustrazione di Milano o, sul fronte della scrittura, i percorsi offerti da Officina letteraria di Genova, Bottega finzioni di Bologna e Scuola Holden di Torino.

Per quel che concerne l’educazione della lettura andrà sottolineata l’importante novità rappresentata dalla messa in opera, nel 2007, del Centro per il libro e la lettura, un istituto autonomo del Ministero della cultura (Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore), volano di iniziative nazionali che valorizzano e intercettano il lavoro di associazioni e cooperative sui diversi territori. A realtà consolidate come la cooperativa Equilibri (1999, ma con una storia che risale al 1984) di Modena, il programma e rete nazionale Nati per leggere (1999) o le associazioni Hamelin (1996) e Forum del libro (2006), si sono affiancate negli ultimi anni un buon numero di altre realtà, dalla diversa e varia consistenza. Realtà, spesso locali, raccontate sulle pagine della rivista Andersen sotto l’etichetta Testimonianze e sui canali web.

Per quel che concerne invece le occasioni pubbliche di incontro con la letteratura per ragazzi e i suoi autori, andrà registrato il proliferare di festival e manifestazioni dedicate o la nascita di sezioni ragazzi in festival letterari generalisti. Eventi per lo più concentrati in autunno e primavera, ma diffusi su tutto il territorio nazionale; occasioni vent’anni fa impensabili.

Infine, andrà evidenziato, al confine tra il mondo professionale e quello degli appassionati, il diffuso e crescente interesse introno ai libri per bambini e ragazzi che si è manifestato sui territori, attraverso l’azione di associazioni di genitori e cittadini, e in rete, con blog e canali social di singoli appassionati (genitori, giovani lettori ecc.) con l’urgenza di condividere le proprie scoperte in fatto di libri e illustrazione.

Il Premio Andersen a partire dal 2003 ha istituito, a fianco degli storici premi assegnati ai progetti editoriali e agli autori, una serie di riconoscimenti speciali attribuiti a realtà e personalità che abbiamo contribuito alla riflessione e alla disseminazione di buone pratiche intorno alla lettura e alla letteratura per l’infanzia. La sezione del Premio, inizialmente denominata Promozione della lettura e poi, dal 2015, Protagonisti della cultura per l’infanzia, individua ogni anno biblioteche, associazioni culturali, amministrazioni pubbliche, festival, persone distintesi per le proprie azioni e librerie (il riconoscimento a questa categoria dal 2014 è intitolato “Roberto Denti”, quindi dal 2016 “Gianna e Roberto Denti”, e attribuito insieme ad AIE).

La dimensione internazionale

Abbiamo evidenziato come il rinnovamento dell’editoria ragazzi in Italia, partito una cinquantina d’anni fa, sia andato a determinare per gli anni Duemila una situazione di piena e consapevole maturità, fluida e mobile nella definizione dei suoi contenuti e cioè capace di leggere e interpretare nuovi bisogni di lettura, solida nei suoi numeri e nei suoi protagonisti. Un quadro d’insieme capace anche di mostrare resilienza di fronte alle varie e ripetute crisi che hanno investito la società e l’economia nello stesso periodo. Entrata nella maturità e stabilità dei dati (novità annue, tirature medie, statistiche di lettura, valore del mercato) hanno però altresì evidenziato come i margini di ulteriore possibile crescita dell’editoria ragazzi italiana, salvo auspicabilmente intervenire nel futuro con maggior efficacia sulle politiche in grado di far aumentare il numero dei lettori, coincidano con la sua internazionalizzazione ovvero con la capacità di proporre, e vendere, all’estero opere di autori italiani e progetti editoriali creati in Italia.

L’internazionalizzazione dell’editoria è esattamente la linea di tendenza che si è avverata nell’ultimo ventennio, con il settore ragazzi protagonista, e che bisognerà continuare a sostenere nei decenni che ci attendono. Anche il comunicato di sintesi del Rapporto [AIE, 2021c] sottolinea, per tutte le componenti dell’editoria, che «anche nell’anno del Covid e dello stop alle fiere internazionali, l’editoria italiana cresce sui mercati stranieri: nel 2020 la vendita di diritti è stata pari a 8.586 opere, +0,2% rispetto al 2019 pari al 12% della produzione editoriale di novità. Nel 2001 solo il 4% dei titoli pubblicati trovavano interesse da parte delle case editrici straniere».

In generale l’Italia compra ancora più diritti di edizione da case editrici straniere rispetto a quanti ne venda all’estero, ma alcuni settori, libri per bambini e ragazzi e libri illustrati in testa, segnano dati in controtendenza: nel 2020, segnala lo stesso Rapporto, nel settore bambini e ragazzi l’export è di 2.812 opere [AIE, 2021b, p. 87], l’import di 2.190 [AIE, 2021b, p. 89]. Un numero che la dice lunga sulla centralità, anche economica, del settore ragazzi nel panorama dell’editoria: il 32,75% dei diritti di opere italiane vendute all’estero nel 2020 è rappresentato da volumi per bambini e ragazzi, praticamente uno su tre. E questo nonostante nell’anno dell’esplosione della pandemia le coedizioni, elemento strategico vincente per molte piccole e medie case editrici italiane versate all’albo illustrato, abbiano segnato, giocoforza vista la rarefazione delle occasioni di incontro internazionale, una battuta d’arresto.

I buoni risultati ottenuti dall’internazionalizzazione dell’editoria italiana in questi ultimi venti anni, nel nostro settore in particolare, hanno varie ragioni e differenti attori. Oltre l’oggettiva qualità e l’appeal di alcune opere e autori italiani, alcuni dei quali attivi direttamente sui mercati internazionali (Beatrice Alemagna, Davide Calì ecc.), andranno segnalate: le iniziative di accompagnamento degli editori sui mercati esteri favorite dall’organismo governativo ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) in collaborazione con l’AIE, così come le occasioni in cui l’Italia è stata Paese ospite dei principali appuntamenti fieristici internazionali (aspettando Francoforte 2024, ricordiamo, tra gli altri, Guadalajara 2008, Montreuil 2009, Parigi 2021, Praga 2022 ecc.); la partecipazione degli editori italiani ai saloni internazionali e il dinamismo degli uffici diritti; la creazione di sinergie con editori esteri e la pratica delle coedizioni perseguite con successo, e da diversi anni, da alcuni piccoli e medi editori di qualità attivi nella letteratura illustrata (Zoolibri, Orecchio acerbo, Topipittori ecc.); la rete, cresciuta per numero di attori e efficacia delle azioni, di agenzie che gestiscono e trattano la vendita diritti e il licensing verso l’estero (Atlantyca, 2006; Debbie Bibo Agency, 2011; Book on a Tree, 2013 ecc.); le politiche di sostegno pubbliche, anche con fondi speciali per la traduzione, in primis del Centro per il libro e la lettura (2007) o l’attenzione di molti istituti italiani di cultura alla produzione libraria destinata ai piccoli; il rinnovarsi delle attività della sezione italiana, rilanciata nel 2003, di IBBY, capace di candidare autori nostrani ai più prestigiosi premi internazionali; le azioni di promozione della letteratura per l’infanzia e dell’illustrazione create in Italia da parte di associazioni, riviste e presidi culturali.

L’osservatorio Andersen si è fatto in questi anni partecipe del processo d’internazionalizzazione dell’editoria ragazzi italiana diffondendo la rivista, anche con contenuti speciali in inglese, alla Buchmesse, la fiera internazionale del libro di Francoforte; contribuendo alla stesura dei dossier di candidatura ai premi internazionali degli autori italiani; e organizzando, collaborando e partecipando, in sinergia con organismi governativi ed enti privati, a iniziative di promozione della letteratura e dell’illustrazione italiana in giro per il mondo: Strasburgo, Il Cairo, Madrid, Marsiglia, Tokyo, Parigi, Friburgo, New York, Pechino, Chisinau, Vilnius ecc.

L’internazionalizzazione è dunque la vera sfida per il futuro, pur consci che l’editoria italiana (con il suo bacino naturale di potenziali lettori, i parlanti madrelingua e non-madrelingua, di 68 milioni di persone, contro il miliardo abbondante di parlanti inglese e cinese, gli oltre 500 milioni dello spagnolo, gli oltre 250 milioni del francese, dell’arabo, del russo e del portoghese, gli oltre 125 milioni del tedesco) rappresenta soltanto una porzione minima della produzione mondiale. La produzione editoriale italiana, comunque, ha un peso ben maggiore al peso percentuale della lingua: sono circa 80.000 all’anno i titoli italiani (per l’anno 2019 i dati AIE dicono 79.000, quelli Istat 85.000) sui quasi 600.000 pubblicati in Europa (dato 2019) [FEP, 2021] e gli oltre 2.000.000 pubblicati nel mondo.

Come per ogni questione, i dati quantitativi (numero di parlanti, volumi dell’export) restituiscono però solo una porzione del fenomeno, poiché sono gli elementi qualitativi – qualità delle opere e delle politiche per promuoverle – a determinare l’esito dell’internazionalizzazione, anche in rapporto agli stessi dati quantitativi. Si potrà guardare, in questo senso, al modello scandinavo, con le sue diverse letterature che – seppur afferenti a un bacino linguistico di madrelingua di poco più di venti milioni di persone, meno di un terzo degli italofoni – conoscono ampia penetrazione nei mercati editoriali internazionali e nell’immaginario. Ciò è possibile non solo grazie alla qualità letteraria della proposta ma anche grazie alla qualità delle politiche di sostegno alla traduzione. Analogo discorso varrà anche per le esperienze di promozione del nederlandese o, in misura minore, di altre lingue.

Conclusioni

L’avventura della letteratura e dell’editoria per ragazzi in Italia si è data in questi cinquant’anni in un crescendo virtuoso, alimentandosi di intuizioni, competenze, entusiasmi e creatività; mettendo a dimora gli insegnamenti dei precursori e sviluppando in modo autonomo e originale, seppur in dialogo con le dinamiche internazionali, una propria traiettoria capace di coinvolgere e farsi coinvolgere dal mondo dell’educazione e della scuola, delle biblioteche e delle istituzioni, delle famiglie e degli appassionati. Una traiettoria che si è fatta interprete della società e della storia, intercettando sensibilità e bisogni emergenti (si pensi all’intercultura, fin dagli anni Novanta, all’accessibilità o al contrasto agli stereotipi), e ha saputo parimenti darsi come libera creazione, letteraria e visiva, pur mantenendo uno sguardo complessivamente educativo, in senso civico ed evolutivo, svincolandosi però, nel suo complesso, da didascalismi e scorciatoie moraleggianti. Una traiettoria che ha pagato anche sul fronte della produzione, acquisendo stabilità e sempre maggiore centralità all’interno dell’industria culturale. Questo almeno emerge guardando da dentro al processo; certo, molto resta da fare nel campo ampio della percezione sociale generale intorno alla cultura per l’infanzia e, ancor più, delle strettamente connesse politiche di educazione della lettura, di promozione del libro e di tutela e valorizzazione dei suoi creatori.

La fotografia, complessivamente positiva, dell’attualità del settore è l’esito di un percorso che va riconosciuto e celebrato, ma sul quale non ci si può adagiare per il futuro. Le dinamiche della contemporaneità, infatti, con l’evoluzione digitale, ci mostrano che la lettura e la letteratura rischiano di far sempre meno parte dell’orizzonte delle fruizioni culturali delle nuove generazioni e quindi della loro costruzione d’identità; per questo gli interventi sulle politiche di educazione della lettura e di promozione del libro sono, insieme all’internazionalizzazione, le vere sfide che ci attendono, quelle che esigono, fin d’ora, concrete azioni di programmazione.