N.2 2021 - Visioni, sogni, utopie: la biblioteca possibile e il mondo delle idee

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Biblioteche ecologiche

Luca Valenza

valenza.lc@gmail.com

Per tutti i siti web la data di ultima consultazione è il 6 novembre 2021.

Abstract

L’articolo propone una breve riflessione sul ruolo delle biblioteche in chiave ecologica, in senso metaforico, definitorio e militante. L’ecologia della cultura, infatti, è un sistema di relazioni individuali, sociali e collettive, così come l’ecologia è la branca del sapere che studia le relazioni tra gli organismi e il loro ambiente naturale.

English abstract

The article aims to reflect on the role of libraries from an ecological point of view, in a metaphorical, defining, and militant sense. The ecology of culture, in fact, is a system of individual, social and collective relationships, just as ecology is the branch of knowledge that studies the relationships between organisms and their natural environment.

Proverò a trattare in questo articolo di narrazione in chiave ecologica delle biblioteche, lo farò partendo da un principio metaforico, da uno definitorio e da una scelta militante [Salarelli, 2020]. Seguendo il principio definitorio si intende l’ecologia come lo studio e le relazioni tra gli organismi e il loro ambiente naturale, concepito sia come la somma dei fattori chimico-fisici, sia come l’insieme dei fattori biologici che possono influire sulla vita e sul benessere di questi organismi. Verrà qui presa in considerazione metaforicamente l’ecologia da un punto di vista culturale, sociale e antropologico declinata infine come ecologia culturale, lo studio degli adattamenti umani agli ambienti sociali, geografici e fisici [Merlini - Benoist, 2001]. L’argomento centrale di questo settore di studi è quello relativo alla interconnessione sistemica tra ambiente naturale e organizzazione sociale e fra individui e benessere delle comunità; proverò, quindi, a interpretare la biblioteca seguendo queste direttrici ecologiche e culturali [Ferrieri - Scarioni - Testori, 2020] legate all’interdipendenza sistemica. Voglio intendere l’ecologia della cultura come un sistema di relazioni individuali, sociali e collettive. Un modo per rispondere alle sfide della contemporaneità mettendo in evidenza il concetto di cura, relazione e interdipendenza [Care Collective, 2020]. Il concetto d’interdipendenza [Marzi, 2021] è strettamente legato alla teoria dei sistemi sociali e allo sviluppo di un discorso tale da analizzare in maniera multilineare tutti i tipi di interazioni, dalle più semplici alle più complesse. Le biblioteche possono – e devono – fare proprio il concetto comunitario d’interdipendenza visto come meccanismo per un benessere [Redazione Symbola, 2020] collettivo diffuso e partecipativo, mettendo al centro del proprio agire un tipo di cura e cultura promiscua [Pigmei, 2021].

Cosa vuol dire avere cura degli altri? E chi sono questi altri? Come fare in modo che prendersi cura degli altri non sia solo un’attitudine individuale, da filantropi, ma un imperativo etico e una responsabilità politica? [Care Collective, 2020, p. 7].

Un concetto relativamente accostabile a quello dell’interdipendenza è quello in ecologia di biocenosi, complesso di popolazioni animali e vegetali che vivono e interagiscono fra loro in uno stesso ambiente con il quale formano un ecosistema. Sono da considerare individui della ‘biblioteca ecologica’ sia gli utenti sia i bibliotecari. Come l’ecologia studia la reciproca influenza tra ambiente fisico e biotico [Portillo, 2021?], così sempre di più le biblioteche si devono dotare di strumenti per capire quanto il proprio essere inserite in un determinato tessuto sociale e culturale ha influenza sugli utenti e sulle inevitabili scelte politiche che vi vengono compiute.

Fare questo vorrà dire non solo occupare uno spazio di presenza coerente con un futuro possibile, ma contribuire a pensare e progettare un futuro auspicabile. Un futuro molto prossimo che rischia di essere destabilizzato da ulteriori ed emergenti diseguaglianze e sperequazioni nell’accesso alle opportunità e nella garanzia dei diritti fondamentali [Bollo, 2020].

Come sottolineato da Eric Klinenberg, le biblioteche pubbliche proprio per il loro apporto al tessuto sociale e per il loro tipo di cura promiscua rientrano nel novero delle infrastrutture sociali. Lo fanno non in chiave quantitativa, bensì nell’ottica della facilitazione, sviluppando le condizioni fisiche in cui il capitale sociale e comunitario viene messo nelle condizioni di realizzarsi e replicarsi [Klinenberg, 2019]. Ed è dalla partecipazione comunitaria, democratica ed ecologica che nasce e si sviluppa un rinnovato senso di cura reciproca e benessere tanto che Robert Putnam mette in collegamento un declino in salute, felicità e benessere nel collasso dei luoghi della comunità. È da circa cinquant’anni che nelle scienze sociali, e poi in quelle umane, si è cominciato a parlare organicamente di salute, prima come uso per indicare la malattia, successivamente anche in relazione al benessere personale e collettivo.

benèssere (non com. bèn èssere) s. m. – 1. Stato felice di salute, di forze fisiche e morali: provare un senso di b.; dare un senso di b. generale; le fatiche e gli esercizi che giovano al ben essere corporale.

Il benessere qui inteso non fa riferimento solo a una concezione salutistica o psicologica ma ingloba le teorie e gli studi relativi alle tematiche del benessere ecologico. Il benessere ecologico è un termine generico che viene utilizzato in diverse discipline, come ecologia, sociologia, politica, psicologia ed economia, per descrivere il benessere del sistema ecologico e più in generale del pianeta Terra. Benessere ecologico, quindi, non si riferisce solo al benessere dell’ambiente naturale o del pianeta, ma comprende il rapporto tra l’uomo e l’ambiente e tra l’uomo e l’umano. Un tipo di concezione del benessere in relazione al protrarsi dei fenomeni scatenanti e delle relazioni nel tempo e nello spazio in riferimento all’unicità della loro attribuzione e all’ethos o ai sistemi di valori che contraddistinguono le aree culturali di riferimento. La biblioteca ecologica è una biblioteca che fa della socievolezza [Simmel, 1983] un nodo da svolgere nella tensione comunitaria. La socievolezza si afferma con l’accettazione soggettiva e normativa della creazione di uno spazio comune dove l’interazione sia fonte di piacere e benessere reciproco [Jedlowski, 2011]. Secondo Georg Simmel la pratica in cui si manifesta allo stato puro la socievolezza è il momento della conversazione [Lankes, 2014]. La sfera pubblica è uno spazio di discorsi e di pratiche discorsive accessibili da tutti, un luogo d’incontro che si accosta idealmente alle infrastrutture pubbliche, ai terzi luoghi, e alle teorie inerenti ai beni comuni, spazi democratici e discorsivi in cui i cittadini si relazionano alla pari.

Cosa c’è, quindi, di più comune di una biblioteca, che permette a Paolo e ad Alina, a Moussa e a Solangy, a John e a Deborah, a Philippe e a Greta di ritrovarsi con migliaia di autori del passato e del presente, oltre che ritrovarsi con altri cittadini di età diversa, di un quartiere diverso, di origine diversa? Le biblioteche sono luoghi che rendono gli uomini uguali: donne e uomini. Giovani e vecchi. Neri e bianchi. Poveri e ricchi. Italiani e stranieri [Agnoli, 2019].

La biblioteca ecologica non propone una ‘filosofia della biblioteconomia’ [Ridi, 2013] ma un diverso approccio alla politica della biblioteconomia e all’idea errata di pensare a modelli applicabili universalmente. La narrazione, quindi, vuole essere l’invito a uno studio ‘micro-biblioteconomico’ e il pretesto per uno studio organico fra specifiche relazioni tra fattori politici, economici, ambientali e sociali, da un lato, e questioni e cambiamenti politici e culturali dall’altro. Ogni biblioteca è iscritta in contesti di dimensioni e livelli differenti, da quello regionale a quello locale, attraverso lo studio dei nessi, dei processi e delle specifiche problematiche comunicative si potrà trovare vie e metodi d’azione e si potrà individuare un ‘eccezionale normale’ [Fazio, 2004?], una chiave di lettura diversa per decodificare la realtà. Una biblioteca capace di opporsi alle molte ‘anticittà’ [Boeri, 2011] e alla frammentazione delle energie vitali opponendo cura, interdipendenza e interrelazione. La biblioteca ecologicamente pensata offre un servizio sociale oltre che culturale in quanto, ovunque ci sono biblioteche, queste sono leve formidabili per ridurre le disuguaglianze [Lachal, 2019], essendo oggi l’ultimo servizio pubblico a cui accedere senza condizioni, senza impedimenti e attuando strategie conversative paritetiche. «I don’t think we need to save libraries, but I do think we might need libraries to save us» («Non penso che abbiamo bisogno di salvare le biblioteche, ma penso che potremmo aver bisogno delle biblioteche per salvarci») [Barr, 2021].