Vol. 1 n°2 - Le forme della lettura

Editoriale

Le forme della lettura

Che la lettura stia cambiando radicalmente è sotto gli occhi di tutti: i dati sulla produzione, vendita e lettura di libri e giornali ci dicono che il mondo intero è attraversato da profonde trasformazioni, di cui sono evidenti gli aspetti tecnologici, ma che toccano questioni di fondo, come quelle relative, ad esempio, alle motivazioni e alle forme di condivisione della lettura. Senza dimenticare il ribaltamento di alcune gerarchie di valori, che in passato tendevano ad attribuire al libro il massimo dell’autorevolezza, oppure i cambiamenti nell’uso del nostro tempo, sempre più riempito da ciò che la connessione in mobilità consente di fare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, occupando anche quegli spazi “vuoti” che spesso dedicavamo alla lettura e alla concentrazione.

Il secondo numero della nostra rivista è focalizzato su questi temi, cercando di coglierne le più importanti e interessanti implicazioni. Sono questioni che coinvolgono discipline e competenze diverse, dalla storia culturale e delle idee alla storia dell’editoria, dalla sociologia e psicologia alla pedagogia e alla linguistica, dalle neuroscienze alle tecnologie digitali, e altro ancora.

Per questo motivo abbiamo voluto dare spazio in questo fascicolo a una grande varietà di opinioni e di esperienze, nel tentativo di rappresentare almeno in parte la poliedricità di questo fenomeno e delle trasformazioni che lo investono: stanno cambiando le pulsioni e le modalità con le quali ci si accosta agli oggetti della lettura, che a loro volta cambiano forma; sta cambiando il rapporto fra lettore e testo; stanno evolvendosi le dinamiche del mercato. Viene da chiedersi se esista un contesto generalmente sfavorevole alla lettura e quindi se si debba pensare a un suo inesorabile declino, o se non si debba invece ri-ambientare la lettura al mondo rinnovato in cui viviamo e vivremo.

E questi sono soltanto una parte dei mutamenti in atto.

In apertura troverete non un saggio, ma gli esiti di una piccola indagine: abbiamo ascoltato le opinioni di esperti di vari ambiti (storici della letteratura, critici letterari, editori, bibliografi, bibliotecari, insegnanti, pedagogisti) rispetto al “canone”, e cioè a quelle letture che hanno contribuito a formare il comune sentire di intere generazioni e che accompagnavano il percorso formativo che ci avrebbe portato all’età adulta e alla maturità. Ci siamo interrogati e abbiamo chiesto ai nostri interlocutori se ha ancora senso pensare a questi riferimenti obbligati, a una “lista di letture” da proporre agli adolescenti, oppure se il passaparola in rete è diventato il nuovo canone, che propone mode e tendenze.

L’esigenza di rappresentare i diversi aspetti del dibattito è presente anche in altri contributi, per cui alcuni articoli – come quelli di Elena Ranfa e Nicola Cavalli – sono in effetti delle rassegne che riprendono le posizioni espresse da vari studiosi in epoca più o meno recente sulla grande varietà di questioni relative alla lettura. Convinti che la lettura costituisca ancora oggi uno strumento portentoso per acquisire gli strumenti necessari per la formazione di competenze logiche e linguistiche, e per attrezzarsi a “leggere” il mondo che ci circonda, pubblichiamo anche un’ampia ricognizione condotta da Tiziana Mascia, che documenta le più originali ed efficaci esperienze di educazione alla lettura portate avanti in Europa da soggetti pubblici e privati.

Fedeli al proposito che abbiamo dichiarato nell’editoriale del primo numero, anche su questi temi ci interessava ospitare contributi provenienti da settori contigui al nostro. Lo abbiamo fatto a proposito dei possibili effetti che i nuovi media producono sulla lettura, rivolgendoci a Maryanne Wolf, una delle più note scienziate cognitiviste a livello internazionale – ricordiamo tra i suoi libri tradotti in Italia il fortunato Proust e il calamaro – che dirige il Center for Reading and Language Research della Tufts University nel Massachussetts. Di lei e della sua allieva Mirit Barzillai pubblichiamo la traduzione di un articolo sulla “lettura profonda” e cioè sui processi mentali che conducono alla comprensione e che includono il ragionamento deduttivo, le abilità analogiche, l’analisi critica, la riflessione. Scorrendo le pagine della rivista troverete anche molto altro, come un saggio di Maria Gioia Tavoni sulla lettura durante la Grande Guerra, o un contributo di Jordi Ardanuy e Cristóbal Urbano, che offre una comparazione tra la produzione accademica italiana e quella europea nel campo della Library and Information Science.

Infine, la sezione dedicata alle rassegne ospita le riflessioni di Carlo Revelli a proposito di un recente volume su Ranganathan e il resoconto di Luca Lanzillo sul rinnovato interesse di bibliografi e biblioteconomi italiani per gli studi bibliometrici.

Giovanni Solimine