N.2 2020 - La biblioteca nel mondo che verrà

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Biblioteche nella pandemia: una rassegna delle esperienze al di fuori dell’Italia

Maurizio Caminito

Associazione Forum del libro; maurizio@maucaminito.it

Per tutti i siti web l’ultima consultazione è stata effettuata il 30 agosto 2020.

Abstract

L’articolo vuole offrire una breve rassegna delle esperienze ritenute più significative nel panorama internazionale delle biblioteche pubbliche durante la fase del lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19.

 

English abstract

This article aims to offer a brief review of the most significant experiences in the international scene of public libraries during the lockdown due to the Covid-19 pandemic.

 

Nei mesi scorsi si è parlato molto della crisi che l’intero settore editoriale sta attraversando a causa della pandemia. Qualcuno l’ha definita giustamente “la crisi nella crisi”, per sottolineare il fatto che questo momento di difficoltà (con gli effetti che produrrà nei mesi a venire) si aggiunge a una strutturale debolezza della filiera del libro. Oltreché, come sappiamo, alla difficoltà, in particolare nel nostro paese, di dotarsi di una efficace politica di promozione ed educazione alla lettura.

I protagonisti del mondo del libro, gli editori, i librai, i bibliotecari non hanno cessato di far sentire la loro voce in tutto il mondo. Dichiarazioni, interviste, comunicati sulla crisi dell’editoria al tempo del Covid-19 e sugli interventi da mettere in campo per uscirne, apparsi in Italia e all’estero in quest’ultimo mese, non sono mancati.

La lunga fase di difficoltà delle biblioteche è testimoniata, per esempio, dall’iniziativa “Library 2020”, una campagna nazionale e una raccolta fondi a opera di EveryLibrary, nata negli Stati Uniti per dare sostegno alle biblioteche locali al fine di aiutarle a tenere le loro porte aperte. L’associazione no profit EveryLibrary conduce da tempo campagne di advocacy in favore delle biblioteche presso gli esponenti politici a tutti i livelli e ha rilevato come il tema del sostegno alle biblioteche sia quasi completamente ignorato nel corso della campagna elettorale in corso, sia da parte di esponenti repubblicani sia da parte di quelli democratici (una critica molto decisa viene avanzata, ad esempio, al Governatore di New York, Andrew Cuomo, e al Sindaco di New York, Bill de Blasio, entrambi democratici, rei di aver effettuato pesanti tagli al servizio bibliotecario locale).

L’inclusione di 50 milioni di dollari per l’Institute of Museum and Library Services (IMLS) nella legislazione del CARES Act (Coronavirus aid, relief, and economic security Act) è stata accolta favorevolmente dal mondo delle biblioteche, ma l’EveryLibrary Institute, il braccio educativo e di beneficenza del comitato di azione politica EveryLibrary, ha lanciato comunque il fondo Help a library worker out (HALO), una raccolta fondi di aiuto per i bibliotecari e per il personale di biblioteca (in particolare i lavoratori part time e coloro che sono stati licenziati, hanno subito tagli allo stipendio o sono stati costretti a prendere congedi personali) che si trovano in difficoltà finanziarie a causa della pandemia da coronavirus.

Ma uno sguardo fuori dai nostri confini può rivelarsi interessante, soprattutto per individuare alcune modalità di “resistenza” del mondo delle biblioteche nonché alcune caratteristiche su cui si è puntato per contrastare la crisi.

Innanzitutto, com’era prevedibile, e-book, audio digitali e gli altri servizi streaming sono diventati essenziali durante questa crisi. Negli Stati Uniti OverDrive ha riportato un aumento nel numero di biblioteche che ora offrono tessere bibliotecarie istantanee e una massiccia crescita del prestito di libri. Nella sola ultima settimana di marzo, dopo l’ordinanza di lockdown in tutto il paese, 250.000 lettori hanno installato l’app Libby di OverDrive.

Su questi dati si è aperto un dibattito soprattutto riguardo agli investimenti che le biblioteche dovrebbero affrontare e che, come abbiamo visto, risultano assai problematici non solo nel nostro paese. E naturalmente si è anche discusso sull’esclusione dai servizi più avanzati degli utenti che sono privi di un buon accesso al cellulare e a internet. Ma c’è chi si è posto una domanda decisiva per il servizio:

Dietro costi e accessi, questo nuovo modo di fare business potrebbe influenzare anche la relazione delle biblioteche con le loro comunità locali. Che cosa succederebbe se i lettori iniziassero a identificarsi più con il brand che offre il servizio, per esempio Libby App, e meno con la loro biblioteca pubblica locale? Il passaggio al digitale potrebbe inoltre confondere i confini del sistema della biblioteca pubblica. Dopo tutto, se i tuoi e-book e audio digitali arrivano attraverso un’app, perché dovrebbe importare dove sei?

Non è quindi un caso che molte biblioteche si siano organizzate per fornire in prima persona ai propri utenti a distanza testi, informazioni e servizi, giovandosi dell’unanime riconoscimento di essere una fonte affidabile e veritiera.

In questa direzione va la predisposizione da parte dell’IFLA delle Risorse chiave per le biblioteche nella risposta alla pandemia del coronavirus, aggiornate regolarmente basandosi su informazioni pubblicamente disponibili e verificate. È possibile consultare anche le FAQ, predisposte in sette lingue, riguardanti la pandemia e i suggerimenti dell’IFLA su come le biblioteche possono affrontare i problemi del distanziamento fisico indotti dal coronavirus.

Molte biblioteche nel mondo, grandi e piccole, hanno seguito questa linea d’azione suggerita dall’IFLA. È il caso, ad esempio, della Copenaghen Main Library, recentemente ristrutturata, che ha ampliato enormemente il servizio di back office, istituendo il borger service (servizi al cittadino), un grande spazio dove si alternano vari bibliotecari che rispondono a domande di qualsiasi genere. A partire dal mese di aprile le risposte vengono fornite per telefono, via e-mail, con Skype o altre piattaforme. I bibliotecari ricevono ogni giorno centinaia di domande anche sul Covid-19 e il loro compito è quello di aiutare i cittadini nell’acquisire competenze, capacità critiche, di selezione e di trasformazione delle informazioni.

Che nei paesi dell’Europa settentrionale ci sia un’attenzione particolare al ruolo che le biblioteche possono giocare per la crescita culturale e sociale dell’intera comunità nazionale non è una novità. L’esempio recente forse più eclatante è l’inaugurazione nel giugno scorso della nuova biblioteca pubblica di Oslo, la Deichman Bjørvika, avvenuta nel pieno della pandemia. La Deichman è ora una delle biblioteche più moderne d’Europa ed è stata aperta nel quartiere di Bjørvika vicino all’iconico Teatro dell’opera della città. È una biblioteca moderna e dinamica che si estende su sei piani e 13.500 metri quadrati e che contiene non solo una vasta collezione di libri (circa 450.000), ma anche un cinema, laboratori multimediali, zone di gioco, sale studio e un ristorante. L’ambizione della Deichman Bjørvika è di ospitare due milioni di visitatori ogni anno, in una situazione senza coronavirus. Tra le misure di sicurezza relative al controllo dei contagi c’è il limite al numero di visitatori che possono essere presenti in biblioteca contemporaneamente: mille, rispetto al limite di tremila.

Ma anche biblioteche più piccole si sono poste il problema di come mantenere il contatto con i lettori e di come interagire con la propria comunità durante il distanziamento fisico. “Creare una comunità in un tempo in cui la comunità è impossibile da creare”: questo è proprio ciò che avevano in mente i co-fondatori di The Big Texas Read (TBTR) quando hanno creato un club del libro virtuale in tutto lo stato che supporta una rete di biblioteche, di librerie locali, di autori, laboratori di scrittura senza scopo di lucro e, ovviamente, lettori accaniti.

«Hai tutto il tempo per crogiolarti nella tua solitudine mentre leggi il libro di memorie, il romanzo o il libro di poesie che abbiamo scelto per il mese e poi puoi riunirti per un’esperienza Zoom divertente e istruttiva con un autore e una comunità letteraria senza dover firmare per qualcosa che è un impegno più grande del tuo tempo» – ha dichiarato Alexandra van de Kamp, una delle promotrici del progetto, sottolineando che – «un evento virtuale è un’offerta agile che ogni persona personalizza in base alle proprie esigenze».

La particolarità del progetto consiste nel fatto che le biblioteche texane, per mantenere il contatto con le proprie comunità, si sono collocate all’interno di una rete di relazioni tra enti privati e pubblici, che comprende anche associazioni no profit e centri di ricerca universitari in grado di fornire competenze e risorse informative di alta qualità, oltre a spazi stimolanti e servizi innovativi per giovani e adulti. Relazioni ed esperienze che saranno importanti al di là di questo periodo particolare per aumentare l’accesso al libro e alla lettura e incrementare l’indice di alfabetizzazione nei circa 4.500 partecipanti, molti dei quali sono a rischio di povertà ed emarginazione sociale.

Le biblioteche di tutti gli Stati Uniti stanno sperimentando nuovi servizi online, che siano anche in grado di mantenere i contatti con le proprie comunità. La New Jersey State Library fornisce gratuitamente a tutte le biblioteche dello stato una registrazione, valida per due anni, a READsquared, una piattaforma e un’app, normalmente a pagamento, che consentono agli utenti di tenere traccia delle loro letture, avere consigli sui libri e giocare guadagnando biglietti della lotteria e badge. Altre biblioteche hanno adottato Beanstack, un software simile che consente loro anche di trasferire completamente online i programmi di lettura. Si può scegliere uno o più tool e template per la creazione di programmi di lettura o sfide di lettura che permettono ai partecipanti di registrare le loro preferenze, partecipare ad attività e ricerche o pubblicare recensioni. Anche questa piattaforma è accessibile attraverso un’app mobile, Fitbit for Reading, che consente agli utenti sia di leggere i libri scelti da loro, tenendo un “registro di bordo” delle letture attuali e passate e mantenendo traccia delle proprie statistiche di lettura giornaliere, sia di partecipare ad attività di lettura collettive, proposte e organizzate periodicamente dalla biblioteca.

Chiuse al pubblico per oltre due mesi, anche le biblioteche francesi si stanno lentamente riprendendo dalla crisi sanitaria legata al coronavirus, predisponendo nuovi servizi e preparandosi al graduale ritorno degli utenti nelle sedi fisiche. Malik Diallo, presidente dell’Association des directrices et directeurs des bibliothèques municipales et groupements intercommunaux des villes de France (ADBGV), ha affermato a proposito delle sfide di questo periodo:

Il prossimo passo sarà ora riaprire i luoghi: sono essenziali come strumenti di appropriazione culturale, dalla semplice lettura alle pratiche collettive. Per andare oltre la sola limitata funzione di “banca dei contenuti”, che può essere fornita dall’automazione, l’apertura della sede fisica della biblioteca deve andare oltre la semplice apertura di una porta con accesso limitato agli scaffali. Come aprire un luogo che sia veramente sociale, cioè inviti ad andare e venire in libertà, a confrontarsi, a creare contatto, a fare insieme e a essere conviviali, quando sono proprio questi aspetti a essere fortemente limitati dalle disposizioni requisiti sanitarie? Questo è ciò su cui stiamo lavorando, per offrire spazi ad alto valore aggiunto ed esperienza culturale, anche in tempi di crisi.

E proprio sulle risposte più creative, e anche divertenti, si può concludere questo breve excursus. Mentre, per esempio, alcune little free library nei sobborghi di Chicago sono state temporaneamente trasformate in utili little free pantry (piccole libere dispense) ospitando scatolame e generi di prima necessità a disposizione dei vicini che ne abbiano bisogno, con il motto “Take what you need and if you can, please donate what you can spare!”, altrove, in Australia per esempio, l’analogo movimento delle street library ha visto moltiplicarsi le istallazioni di nuove mini-biblioteche all’aperto, soprattutto rivolte agli anziani e ai senzatetto. Naturalmente anche i “bibliotecari” improvvisati cercano di mantenere alcune precauzioni, foderando i libri con il cellophane, sanificando frequentemente queste “casette” e fornendo disinfettante ai possibili utenti.

Su un versante decisamente futuribile, invece, si pone l’innovativo progetto della Montgomery County Public School del distretto scolastico della West Virginia, determinata a non lasciare che la pandemia impedisse agli studenti le letture estive: la biblioteca sta consegnando libri agli studenti tramite Wing, la compagnia di droni gestita da Alphabet. E, perché ne rimanga traccia nella storia delle biblioteche, il «New York Times» ha riportato il titolo di quello che probabilmente è stato il primo libro di una biblioteca consegnato a casa da un drone: Niente di nuovo sul Fronte occidentale.