N.1 2016 - L'utente come risorsa

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Dagli utenti ai dati, dai dati agli utenti

Annalisa Scarpa

Università degli studi di Padova; annalisa.scarpa@unipd.it

Beatrice Catinella

Università degli studi di Padova; beatrice.catinella@unipd.it

Per tutti i siti web l’ultima consultazione è stata effettuata il 20 maggio 2015.

Abstract

I processi di monitoraggio finalizzati alla trasparenza sono oggi incoraggiati tanto dalle organizzazioni quanto dagli utenti stessi: il dialogo che si produce attraverso una rendicontazione puntuale consente l’avvio di un ciclo di miglioramento continuo che favorisce la corretta gestione dei comportamenti organizzativi e la percezione della qualità. In ambito bibliotecario la realizzazione di indagini sulla soddisfazione dell’utenza è prassi piuttosto diffusa anche se ancora non sistematica. In molti casi i risultati vengono analizzati a uso interno mentre più rara è la pubblicazione dei dati stessi e della loro analisi. L’articolo presenta una breve rassegna bibliografica; prende in esame la raccolta e pubblicazione online dei dati nei sistemi bibliotecari di ateneo; propone, attraverso il caso dell’Università di Padova, una riflessione sulle nuove possibilità di presentazione (anche interattiva) dei dati che alimentino un dialogo con l’utenza finalizzato al miglioramento della qualità.

English abstract

Data collection and customer satisfaction surveys are still underestimated resources in the academic library organization. Nevertheless, data publication and communication can be an excellent way to involve users in quality management processes. This article presents a short bibliographic review about customeData collection and customer satisfaction surveys are still underestimated resources in the academic library organization. Nevertheless, data publication and communication can be an excellent way to involve users in quality management processes. This article presents a short bibliographic review about customer satisfaction in academic libraries, focused on Italian context. It also examines activities of data collection and online publication realized by academic library systems in Italy. Finally, the paper presents the experience of Padova University Library System, with an overview of new tools available in order to create an engaging data presentation and visualization.r satisfaction in academic libraries, focused on Italian context. It also examines activities of data collection and online publication realized by academic library systems in Italy. Finally, the paper presents the experience of Padova University Library System, with an overview of new tools available in order to create an engaging data presentation and visualization.

Introduzione

I processi di monitoraggio finalizzati alla trasparen­za sono oggi incoraggiati tanto dalle organizzazioni quanto dagli utenti stessi: il dialogo che si produce at­traverso una rendicontazione puntuale consente l’av­vio di un ciclo di miglioramento continuo che favorisce la corretta gestione dei comportamenti organizzativi e la percezione della qualità.

In ambito bibliotecario la realizzazione di indagini sulla soddisfazione dell’utenza è prassi piuttosto diffusa an­che se ancora non sistematica. In molti casi i risultati vengono analizzati a uso interno mentre più rara è la pubblicazione dei dati stessi e della loro analisi.

Da anni il Sistema bibliotecario di ateneo dell’Uni­versità di Padova ha organizzato una struttura sta­bile, incaricata della rilevazione sistematica dei dati, dell’organizzazione delle indagini di soddisfazione de­gli utenti, dell’analisi dei risultati e della loro diffusione. L’ampliamento della pubblicazione dei dati e, quindi, delle forme di coinvolgimento consapevole dell’utenza ha avuto come premessa una riflessione sulla attuale situazione degli studi e delle pratiche nella presenta­zione dei dati.

L’articolo prende in esame la raccolta e pubblicazione online dei dati nelle biblioteche accademiche (sistemi bibliotecari di ateneo) proponendo, attraverso il caso di Padova, una riflessione sulle nuove possibilità di presentazione (anche interattiva) dei dati che alimenti­no un dialogo con l’utenza finalizzato al miglioramento della qualità.

La customer satisfaction nelle biblioteche delle università: riferimenti bibliografici

Quello della customer satisfaction nelle biblioteche delle università è un argomento su cui esistono pochi studi recenti e relativamente poche applicazioni in am­bito italiano, dove la bibliografia curata da Ilaria Moroni nel 2012 può essere tuttora un riferimento: include gli aspetti generali relativi alla customer satisfaction e alla valutazione della qualità nelle pubbliche ammi­nistrazioni e nelle biblioteche, così come i riferimenti normativi, quali gli standard internazionali. Particolare attenzione è dedicata agli aspetti metodologici della ricerca sociale (approcci quantitativi e qualitativi, ricer­ca-azione, grounded theory, tecniche di rilevazione, campionamento e analisi dei dati ecc.).

Non sono molti i lavori prodotti dopo quella data. Se ne segnalano alcuni significativi per l’ambito di riferi­mento o per la copertura delle indicazioni bibliografi­che che riportano.

  • Un nuovo contributo della stessa Moroni, nel 2014, ripropone, ampliando i riferimenti bibliografici a una scala internazionale, i risultati dell’indagine condivisa nel 2012 dall’Università di Milano-Bicocca e dall’Uni­versità di Siena.
  • Alcune esperienze realizzate a Prato nel 2013 sono descritte da Elena Petroselli nel contesto della ricerca qualitativa e della funzione sociale della biblioteca.
  • Dominici, Palumbo e Basile si occupano dell’appli­cazione del modello Kano presso alcune biblioteche delle università di Palermo e Salerno. L’articolo pro­pone un resoconto dettagliato delle caratteristiche di questo modello e una rassegna bibliografica sul tema della customer satisfaction in generale.

Facendo un passo indietro, per un’introduzione generale al tema della valutazione della qualità, del miglioramento continuo e dell’autovalutazione nelle pubbliche ammini­strazioni, tra le pubblicazioni recenti si segnalano:

Infine, si segnala Library analytics and metrics a cura di Ben Showers (recensito da Chiara Consonni). Il volume, che analizza ampiamente il tema dei dati rac­colti nelle biblioteche, trattandone perfino aspetti etici e legali, fa specifico riferimento alle biblioteche acca­demiche in tre casi di studio.

La pubblicazione online dei dati dei sistemi bibliotecari di ateneo in Italia

L’avvio di un ciclo di miglioramento continuo presuppo­ne l’esistenza di un dialogo che attraverso la restituzio­ne puntuale dei dati raccolti raggiunga l’utente, favoren­do la percezione della qualità. Ma qual è la situazione attuale tra i sistemi bibliotecari degli atenei italiani? I dati raccolti attraverso l’erogazione e la valutazione dei ser­vizi sono davvero presentati in una forma raggiungibile e fruibile dall’utente? È possibile trovare tra le pubblica­zioni attualmente presenti in rete buone pratiche e mo­delli? Attraverso una ricognizione dei siti web dei nostri sistemi bibliotecari è stato possibile farsi un’idea di quali siano i dati disponibili online e in quali forme.

Fonte dei dati

Sono stati presi in esame tutti gli atenei censiti dal MIUR, a esclusione delle università telematiche e di quelle non dotate di biblioteche proprie. Sono stati esaminati, quindi, i siti web di 84 università e relativi sistemi bibliotecari. Non si è fatto ricorso alla richiesta diretta dei dati: era nostro interesse raggiungere quelli che fossero già a disposizione degli utenti.

È stato possibile reperire una forma di relazione an- nuale specificamente dedicata ai servizi bibliotecari e prodotta direttamente dallo SBA in 23 dei casi esa­minati. Di questi, 5 sono sistemi bibliotecari mono­biblioteca. È stato possibile trovare dati relativi alle biblioteche anche in 29 siti di ateneo, all’interno di presentazioni dell’università o in relazioni complessive. Tra queste, solo 18 (21%) contengono dati che vanno oltre la mera indicazione del numero di biblioteche. Nel caso di 7 università, erano presenti dati sia sul sito di ateneo che su quello dello SBA.

Figura 1 Sito di ateneo o SBA

Aggiornamento dei dati

Sono otto gli SBA che mettono a disposizione dati re­lativi al 2015, sette al 2014, per un totale di 16 SBA su 22 che pubblicano dati “aggiornati”. In tre casi i dati pubblicati dall’ateneo risultano più aggiornati di quelli pubblicati parallelamente dallo SBA (figura 2).

Dei 15 SBA che pubblicano dati “aggiornati”, solo tre appartengono al Gruppo interuniversitario per il monito­raggio dei sistemi bibliotecari di ateneo (GIM).

Figura 2 Aggiornamento dei dati pubblicati dagli SBA

Tipologia dei dati pubblicati e dettaglio aggiornamento

Sono state analizzate in dettaglio, quindi, le 41 pubblica­zioni relative ai 18 atenei che non si limitano a mettere a 

disposizione il semplice numero di strutture bibliotecarie e ai 22 SBA che pubblicano dati sui propri siti. Per sette università è stato possibile confrontare i dati forniti dallo SBA con quelli forniti dall’amministrazione centrale.

Nella Tab. 1 (p. 34) è presente il dettaglio delle voci per cui è stato possibile trovare dei dati, distinguendo quante volte questi erano aggiornati al 2015 o al 2014.

Tralasciando il dato sulle strutture amministrative (non sempre presente, ma facilmente ricostruibile attraverso la presentazione dei servizi), i dati più spesso pubblicati sembrano riguardare il patrimonio, seguiti dai dati relativi all’utilizzo dei servizi. Presenti con una certa frequenza anche dati relativi alle strutture (Tab. 2).

Quelli sul patrimonio sembrano essere anche i dati più aggiornati, seguiti da alcuni dati sui servizi, come si vede nella Tab. 3.

Dati relativi alle spese compaiono 16 volte, ma questi, come quelli relativi al personale, sono di solito repe­ribili attraverso gli strumenti dell’amministrazione trasparente, anche se non sempre in una forma chiara­mente comprensibile per l’utente.

Sono rarissimi i casi di adozione di forme di rendicontazione integrata come il bilancio sociale, una forma che ha finora riguardato soprattutto le biblioteche pubbliche. Il solo caso di bilancio sociale realizzato in am­bito accademico che includa dati sulle biblioteche e che sia aggiornato sembra essere quello di Ferrara. La soddisfazione degli utenti è presente 14 volte, pari al 17% di tutte le università. Si tratta di indagini che possono riguardare aspetti specifici o che interes­sano i servizi o le strutture delle biblioteche nel loro complesso: come mostra la Tab. 4, caratteristiche e aggiornamento della rilevazione sono molto varie, a ri­prova del fatto che questo genere di indagini non è an­cora entrato nelle pratiche abituali degli SBA. Si tratta, piuttosto, di indagini isolate, finalizzate a uno scopo preciso, non sempre ripetute nel tempo, talvolta realiz­zate nell’ambito della valutazione della didattica.

Tab. 1. Dati presenti su siti web di atenei e SBA e livello di aggiornamento

Voce

2015

2014

Meno recente o non specificato

TOTALE

Accessi da remoto / proxy

1

2

0

3

Accessi Opac

3

5

2

10

Accessi sito SBA

1

4

1

6

Attrezzature

1

5

5

11

Banche dati / risorse elettroniche

6

11

7

24

Corsi / presentazioni

1

7

4

12

DD

3

10

5

18

Download da banche dati

3

5

3

11

E-book

2

6

6

14

E-book (utilizzo)

0

4

0

4

Formazione personale

1

4

2

7

Helpdesk

0

3

1

4

ILL

2

11

5

18

Informazioni bibliografiche

1

1

5

7

Nuove accessioni libri / libri catalogati

2

6

4

12

Ordini / servizi contabili centralizzati

0

2

5

7

Ore di apertura (settimanale, totale o media)

1

9

6

16

 

Voce

2015

2014

Meno recente o non specificato

TOTALE

Periodici cartacei

6

10

9

25

Periodici elettronici

7

12

8

27

Personale

1

7

4

12

Posti di lettura

1

10

8

19

Prestiti (o prestiti + rinnovi)

3

11

7

21

Progetti in corso/obiettivi/partnership

1

6

4

11

Reference

2

5

0

7

Ricerche in banche dati / discovery tool

3

8

3

14

Rilegature

0

0

1

1

Soddisfazione (complessiva o su aspetti specifici)

4

4

5

13

Spese

1

10

5

16

Strutture amministrative

6

8

8

22

Superficie

1

4

3

8

Tesi / repository istituzionali

2

4

1

7

Utenti (potenziali o effettivi utilizzatori)

4

4

3

11

Volumi

8

10

11

29

Volumi a scaffale aperto/ chiuso

0

3

2

5

 

Tab. 2. Occorrenza delle singole voci nelle pubblicazioni di SBA/biblioteche e atenei

Patrimonio

Servizi

Strutture

Volumi

29

Prestiti

21

Posti di lettura

19

Periodici elettronici

27

DD

18

Ore di apertura

16

Periodici cartacei

25

ILL

18

Personale

12

Banche dati/risorse elettroniche

24

Ricerche in banche dati

14

Attrezzature

11

E-book

14

Corsi utenza

12

Superficie

8

Nuove accessioni

12

Download da banche dati

11

 

 

 

Tab. 3. Occorrenza delle singole voci aggiornate al 2014 o 2015

Periodici elettronici

19

Volumi

18

Banche dati / risorse elettroniche

17

Periodici cartacei

16

Prestiti (o prestiti + rinnovi)

14

DD

13

ILL

13

Posti di lettura

11

Spese

11

Ricerche in banche dati / discovery tool

11

Tab. 4. Dettaglio indagini di soddisfazione pubblicate: per tipologia, per regolarità, per ampiezza, per data ultima rilevazione

Tipologia rilevazione

Indagine di gradimento

10

Fonte Almalaurea

2

Valutazione della didattica

1

Mettiamoci la faccia

1

 

Regolarità rilevazione

Rilevazione regolare

8

Rilevazione estemporanea

6

 

Ampiezza rilevazione

Intero sistema

10

Attività specifica

3

Parte del sistema

1

 

 

Data ultima rilevazione

2015

6

2014

4

Altro

4

 

Indicatori (intesi come rapporti tra misure) sono pre­senti in sette casi: uno di questi ne mutua le definizio­ni dall’indagine GIM; due fanno riferimento alla per­formance, eventualmente in relazione alla carta dei servizi (ad esempio tempo medio di acquisizione del documento); uno si richiama agli standard IFLA. Sono presenti indicatori relativi agli spazi (ad esempio posti lettura per utente) e agli investimenti (ad esempio indi­ce di investimento per risorse elettroniche) ma anche alle dinamiche organizzative e alla disponibilità di per­sonale (ad esempio indice di efficienza organizzativa, indice di adeguatezza utenza/personale). Gli indicatori sono generalmente utilizzati nel confronto tra strutture: è forse per l’attuale carenza di occasioni di confronto strutturato che compaiono così raramente nella pre­sentazione dei dati.

Considerazioni

La pubblicazione online dei dati tra i sistemi bibliotecari sembra essere ancora tutt’altro che capillare, omogenea e regolare. Laddove i dati siano presenti, poi, tendono a essere ancora focalizzati sul patrimonio prima che sui servizi e sulla relazione con l’utenza.

La presenza di report dettagliati ed esaustivi da parte dei sistemi bibliotecari non sempre coincide con una visibilità di questi dati nella reportistica di ateneo. Se la duplicazione delle fonti non è certo auspicabile, si nota come non sempre sia presente un’integrazione delle biblioteche nel sistema della didattica, come talvolta l’aggiornamento dei dati non sia allineato tra le due fonti e raramente siano presenti rimandi ai dati com­pleti degli SBA, dove esistenti.

I sistemi bibliotecari degli atenei italiani, in sostanza, sembrano investire ancora poco nell’utilizzare i propri dati per presentarsi all’utenza attraverso il canale web, tra i più utilizzati per un primo approccio alle strutture. Una pubblicazione più diffusa e accessibile sarebbe auspicabile non solo come forma di comunicazione con l’utenza ma anche come opportunità di confronto a fini organizzativi, soprattutto vista l’attuale assenza di veri e propri regolari censimenti nazionali.

Il monitoraggio e la raccolta dei dati nel Sistema bibliotecario di ateneo padovano

L’attenzione ai temi della misurazione e del monito­raggio è da sempre presente nel sistema bibliotecario dell’ateneo di Padova: i primi tentativi di validare stati­sticamente i dati raccolti annualmente, di ricavare ela­borazioni complesse e di produrre un disegno com­plessivo del Sistema bibliotecario di ateneo risalgono addirittura alla fine degli anni Novanta, quando si evi­denziò l’esigenza di avere quantificazioni oggettive per individuare modelli di ripartizione delle risorse finanziarie tra le strutture appartenenti al sistema. Un resocon­to esaustivo delle attività svolte e delle metodologie adottate fino a quel momento è stato pubblicato nel 2001 all’interno della serie “Rapporti AIB”. Nel tem­po, la consapevolezza dell’importanza della raccolta dati andò aumentando, portando a un consolidamento dell’attività in termini di mezzi e risorse umane dedicate. È un percorso che l’ateneo di Padova condivide con altri sistemi bibliotecari che tra il 2000 e il 2010 hanno fortemente creduto e investito in quest’ambito non solo a livello di singolo ateneo, ma anche nella forma coordi­nata e cooperativa del Gruppo GIM che come ben noto ha svolto tre censimenti nazionali (2002-2003, 2006-­2007, 2010-2011) e il cui contributo è stato fonda­mentale per l’individuazione e la costruzione di indica­tori standardizzati e confrontabili tra gli atenei.

Attualmente la raccolta dati nel nostro sistema biblio­tecario copre tutti gli ambiti di possibile interesse e si affida principalmente – al contrario di quanto avveniva un tempo, quando le rilevazioni spesso erano artigianali e manuali – a scarichi automatici dai vari software ge­stionali, poi elaborati a seconda delle necessità.

Ogni anno viene prodotto e diffuso entro il mese di febbraio un esaustivo rapporto tecnico con la situazio­ne aggiornata del sistema bibliotecario. Con cadenza mensile e trimestrale vengono invece prodotte delle reportistiche di polo utilizzate internamente per l’organiz­zazione e la gestione locale delle strutture. La sistemati­cità e la restituzione del risultato della raccolta dati sono state la carta vincente che ha permesso nel tempo il radicamento all’interno del sistema bibliotecario della mentalità della misurazione.

Con l’adesione dell’ateneo di Padova al progetto Go­odPractice gli ambiti di rilevazione e monitoraggio per il sistema bibliotecario si sono ulteriormente ampliati. Dal 2013 la metodologia di rilevazione dell’efficienza, propria del progetto del Politecnico di Milano, è stata mutuata anche per fare confronti interni tra poli e bi­blioteche. Per avere una stima più accurata dei tempi dedicati alle singole attività, data la necessità di avere un dettaglio maggiore, vengono fatte delle rilevazioni mensili. È stato sviluppato un software nel quale ven­gono inserite giornalmente per una settimana campio­ne le attività realmente svolte. Alla fine dell’anno i tempi dedicati alle diverse attività di biblioteca vengono elaborati globalmente e tradotti in costi unitari per singola struttura. Queste elaborazioni permettono l’analisi dei flussi di lavoro e l’individuazione di metodi organizzativi più efficienti per il miglioramento dei processi. Ad esem­pio, la quantificazione oggettiva dei tempi di lavoro e dei rispettivi costi ha contribuito in modo determinante nelle operazioni di riorganizzazione dell’attività amministrativa che, precedentemente diffusa nelle strutture, è stata sostituta da una nuova organizzazione parzial­mente centralizzata ma coordinata, con un dimostrabile aumento dell’efficienza.

Dalla raccolta dei dati al patto con l’utenza: il ruolo della soddisfazione

Anche se queste attività di monitoraggio e riorganiz­zazione dello SBA padovano non coinvolgono diret­tamente l’utenza, esse sono la premessa indispensa­bile per l’elaborazione di strumenti come la Carta dei servizi, pubblicata per la prima volta il 31 marzo 2015 (la versione 01 è in vigore dal 10 dicembre 2015). Per poter stipulare un patto con l’utenza realmente sostenibile è necessario avere chiara la dimensione dei flussi di servizi erogati o possibilmente erogabili, i tempi ragionevolmente sostenibili, le risorse realmen­te impiegabili e questo non può avvenire sulla base di semplici supposizioni. La carta include, infatti, indi­catori relativi ad accessibilità, tempestività, efficienza ed efficacia del servizio, che vengono monitorati pe­riodicamente. Il rispetto (o il mancato rispetto) degli impegni stabiliti attraverso questi parametri viene verificato con cadenza trimestrale e comunicato all’utenza attraverso una pagina web dedicata. I parametri di efficacia mettono in relazione diretta la soddisfazione dell’utente con la qualità del servizio (figura 3).

Un altro ambito nel quale lo SBA è fortemente impegna­to, infatti, è il monitoraggio del gradimento dell’utenza (principalmente quella istituzionale). L’impegno affinché l’attività di rilevazione non rimanga fine a se stessa non è rappresentato solo dal suo ruolo all’interno della Car­ta dei servizi, ma anche, ancora più concretamente, in quello nella ripartizione dei fondi tra le biblioteche.

Fig. 3: Monitoraggio della Carta dei servizi

Accessibilità alla biblioteca

Indicatore

2015

Standard minimo previsto

Fonte del dato

Numero di biblioteche che hanno effettivamente adottato almeno l'orario di apertura minimo / numero totale di biblioteche che hanno dichiarato di garantire l'orario di apertura minimo

23/23=100%

90%

Siti web biblioteche

 

Indicatore

2013

2014

2015

Standard minimo previsto

Fonte del dato

Soddisfazione orari di apertura

7,2

7,18

7,37 

7 su una scala da 1 a 10

Questionario annuale sulla soddisfazione dell'utenza studentesca

Soddisfazione spazi

7,32

7,39

7,55

7 su una scala da 1 a 10

Questionario annuale sulla soddisfazione dell'utenza studentesca

Accoglienza e orientamento

 

Indicatore

2013

2014

2015

Standard minimo previsto

Fonte del dato

Soddisfazione cortesia e disponibilità del personale

8,11

8,13

s,27 

7 su una scala da 1 a 10

Questionario annuale sulla soddisfazione dell'utenza studentesca

Soddisfazione capacità del personale di dare informazioni utili

7,98

8,03

S,18

7 su una scala da 1 a 10

Questionario annuale sulla soddisfazione dell'utenza studentesca

Una parte dei finanziamenti destinati alle biblioteche (Fondo funzionamento biblioteche, FFB) viene da sem­pre ripartito in base a un modello, aggiornato nel corso degli anni, che tiene conto di parametri come spesa storica, patrimonio, servizi erogati ecc. Dal 2010, al fine di riaffermare anche nella gestione la centralità dell’u­tenza, include anche il giudizio di soddisfazione espres­so per ciascuna struttura. È da allora che viene svolta con regolarità un’indagine di soddisfazione dell’utenza che coinvolge tutte le biblioteche del sistema.

Nel mese di maggio, per tre settimane consecutive, viene sottoposto a tutti gli utenti che entrano nelle biblioteche, da rilevatori appositamente formati, un questionario di gradimento su alcuni aspetti generali e sui principali servizi ricevuti. La metodologia è stata studiata per garantire la confrontabilità dei giudizi tra le strutture e in serie storica negli anni. Il questionario è diviso in due parti. Nella prima, con domande a rispo­ste chiuse, oltre a stratificare anagraficamente il campione, si investiga sulle modalità di utilizzo dei servizi offerti dalle biblioteche e se ne rileva il grado di soddi­sfazione. La seconda, a domande aperte, raccoglie in maniera più estesa l’opinione dei frequentatori a proposito di orari di apertura, logistica e spazi, personale, patrimonio bibliografico, prestito e comunicazione.

Mediamente ogni anno si raccolgono tra i 6.500 e i 7.000 questionari. Dei questionari raccolti nel 2015, ben 3.420 contenevano almeno un suggerimento. Più spesso i rispondenti hanno fornito più di un suggeri­mento su tutti o quasi gli ambiti segnalati. Delle volte, semplicemente, essi hanno scritto commenti favorevoli, rimarcando in questo modo il giudizio di soddisfazione già dimostrato nella parte strutturata del questionario. In tutto si sono contati 8.213 suggerimenti diversi che dimostrano sicuramente un desiderio di partecipazione da parte degli studenti alla vita delle biblioteche.

Dall’utente ai dati, dai dati all’utente

Il collegamento diretto tra finanziamenti e giudizio espresso è di estrema importanza per rendere vera­mente partecipe l’utenza ai processi decisionali per il miglioramento dei servizi. La classica frase che spes­so si trova nell’intestazione dei questionari “aiutaci con il tuo giudizio a migliorare…” può essere perce­pita dall’utenza, soprattutto a causa dell’inflazione di indagini di questo tipo, come non credibile e quindi far percepire la partecipazione all’indagine come un’inuti­le perdita di tempo. La consapevolezza che al contra­rio il giudizio espresso abbia un’influenza pratica apre un canale di comunicazione tra chi organizza i servizi e chi concretamente li utilizza.

Lo sforzo di restituzione dei dati, a questo punto, deve essere attivo. La pubblicazione a livello di sistema favo­risce la risposta delle singole strutture, che da diversi anni e sempre più diffusamente restituiscono gli esiti dell’indagine all’utenza con veri e propri incontri e attra­verso i canali di comunicazione istituzionali: circa un ter­zo delle biblioteche padovane pubblica sul proprio sito i giudizi e i commenti ricevuti, spesso con risposte pun­tuali, nella forma delle FAQ, delle slide o delle relazioni.

La stessa rilevazione, in forma stabile dal 2010, sta ve­dendo un’evoluzione verso forme più rapide e immedia­te: all’erogazione del servizio viene richiesto un parere all’utente, che può esprimerlo di persona presso la bi­blioteca o a distanza, attraverso un questionario online appositamente elaborato (il servizio è attualmente attivo per le attività di helpdesk e per i servizi di fornitura docu­menti e prestito interbibliotecario) (Fig. 4).

Figura 4 Questionario di soddisfazione per il servizio di document delivery

La pubblicazione dei dati di uno SBA: un’ipotesi di lavoro

Come si è visto, né la disponibilità di dati né la loro pubblicazione sono passaggi automatici nella gestio­ne e promozione di un sistema bibliotecario. Entrambi richiedono un investimento consapevole che vada in di­rezione prima di una maggiore capacità organizzativa e poi di una più trasparente comunicazione con l’utenza. Se dunque rendere sistematiche e costanti le rilevazio­ni facilita la produzione di dati e il loro utilizzo ai fini del miglioramento già nelle dinamiche organizzative inter­ne, per chiudere il ciclo del miglioramento continuo è necessario un coinvolgimento dell’utente che vada al di là degli obblighi di legge, spesso attuati con grande formalismo e scarsa capacità di intercettarne l’inte­resse. Aprire l’accesso è necessario, ma è necessario andare consapevolmente incontro all’utente per sot­tolinearne il ruolo e favorirne un coinvolgimento reale. Il primo passaggio per una restituzione organica dei dati è stato quello di individuare le esigenze dell’utente di riferimento a cui rivolgersi.

In base a esse e al diverso livello di consapevolezza nell’approccio ai dati si sono individuati tre diversi pro­fili di utenti:

  1. Utente avanzato: i dirigenti (anche appartenenti a si­stemi bibliotecari diversi) nell’elaborazione di decisioni politiche e organizzative; hanno senz’altro la capacità e l’esigenza di avere dati completi, analitici e dettaglia­ti. Possono avere la necessità di elaborazioni finalizza­te a uno scopo preciso.
  2. Utente intermedio: si tratta di una tipologia informata sui diversi servizi bibliotecari, con una certa conoscenza dei flussi di lavoro, come il personale stesso delle biblio­teche del sistema, dirigenti con esigenze di overview, docenza ecc. Può avere l’esigenza di contestualizzare la propria attività all’interno del sistema o confrontar­la con altre strutture paragonabili; elaborare risposte ai suggerimenti coerenti con il sistema; proporre agli utenti dei servizi una maggiore conoscenza dello SBA.
  3. Utente base: principalmente studenti o utenti ester­ni, coloro che di solito entrano in contatto con la sin­gola biblioteca e i suoi servizi. Non hanno specifiche esigenze di raccolta dei dati, ma possono avere inte­resse a conoscere la qualità dei servizi offerti, le rispo­ste ai commenti espressi negli anni precedenti, soddi­sfare curiosità più o meno specifiche sulle misure e le caratteristiche del sistema bibliotecario. Sono i fruitori e principali valutatori dei nostri servizi.

La produzione di dati a uso interno precede l’elabo­razione di forme destinate a una più ampia pubblica­zione: le esigenze di un utente avanzato e intermedio appartenente al sistema sono quindi le prime a essere state soddisfatte nel tempo. Tre sono allora i passaggi ulteriori che si rendono necessari con l’aumento della mole dei dati e la volontà di includere l’utente finale (cosiddetto “base”) nel processo di comunicazione:

  • la pubblicazione, il più possibile completa e aperta, dei dati attualmente disponibili;
  • l’elaborazione di strategie mirate a raggiungere l’u­tente finale: una presentazione accattivante e che fac­cia da tramite verso i dati completi e analitici;
  • per l’utenza avanzata, la messa a disposizione di strumenti di interrogazione dei dati sempre più com­plessi e in grado di fornire in tempo reale una prospet­tiva completa sui servizi e l’identità del sistema. Su questo punto non ci soffermeremo, trattandosi di una questione più legata alla progettazione di software e alla gestione dei big data, piuttosto che di vera e pro­pria comunicazione con l’utenza.

Lo scopo finale della pubblicazione non era creare esposizioni che sostituissero quelle già disponibili e destinate a un pubblico informato, ma condurre ogni tipologia di utente ai dati stessi. La Tab. 5 espone in forma sintetica le esigenze individuate e mostra come la reportistica e i dati completi siano solo il comune punto di arrivo finale.

In relazione con le tre principali tipologie di accesso ai dati è possibile individuare tre fondamentali modalità di presentazione:

  • la presentazione open: i dati sono completi, scarica­bili, provvisti di metadati. Si tratta del traguardo più alto da un punto di vista della completezza e dell’ac­cessibilità, ma che richiede un grosso investimento nella preparazione e, da parte dell’utente, una certa preparazione nella lettura e nell’utilizzo;
  • la forma della relazione: la presentazione descritti­va, che riesce solitamente a coniugare le esigenze di completezza e di dettaglio accostando ai dati la loro interpretazione;
  • la visualizzazione: al di là del singolo grafico, sono di­versi i livelli di competenza richiesti per la realizzazione e la lettura di una varietà di forme diverse di visualizza­zione, da quella più sintetica dell’infografica alla vera e propria data visualization, come si vedrà di seguito.

Tab. 5: Utenti ed esigenze di accesso ai dati

 

Utente base (finale)

Intermedio

Avanzato

Chi è

Studente, utente esterno ecc.

Personale, dirigente con esigenze di overview ecc.

Dirigente con esigenze specifiche, analista ecc.

 

Conoscere il livello dei servizi offerti dallo SBA

Conoscere la performance dello SBA e della propria biblioteca

Conoscere in dettaglio i dati sui servizi, i costi, la soddisfazione

Di cosa ha bisogno

Conoscere le risposte ai suggerimenti

Elaborare risposte ai suggerimenti coerenti con il sistema

Elaborare strategie politiche coerenti con i dati

 

Soddisfare curiosità sullo SBA

Proporre agli utenti una maggiore conoscenza dello SBA

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Visualizzare per conoscere, visualizzare per decidere

Lo scopo della visualizzazione è quello di ottenere due tipi di informazioni: risposte a domande precise su uno specifico problema e fatti, a proposito di un problema, di cui non eravamo a conoscenza. Il massimo dell’effi­cacia si ottiene quando queste “risposte precise” non siano singoli numeri ma set di numeri, che possono essere rintracciati più facilmente e compresi più rapi­damente grazie alla sostituzione di deduzioni logiche complesse con percezioni immediate. La scoperta di correlazioni sconosciute procede, di solito, da una vi­sualizzazione “panoramica” che spinge alla scoperta di dettagli significativi, incoraggiata dalla possibilità di un’esplorazione interattiva.

Tornando alla presentazione dei dati realizzata dai di­versi atenei/sistemi bibliotecari e analizzata sopra, una presentazione graficamente curata ma limitata ai nu­meri (“Ateneo in cifre”) è scelta da diversi atenei come presentazione sintetica delle proprie strutture: que­sta visualizzazione ha il pregio di essere estremamen­te sintetica, ma non permette di mettere visivamente in relazione tra loro le grandezze presentate. Che le potenzialità della visualizzazione vadano al di là della presentazione delle cifre è però assodato: è stato pos­sibile trovare grafici nella gran parte delle pubblicazioni e, in almeno un caso, i grafici più significativi vengono estratti e presentati come massima sintesi della relazione, in una forma semplice di infografica.

L’infografica è una forma di visualizzazione sintetica che, assieme alla visualizzazione dei dati, provveda an­che una forma di narrazione o argomentazione, sempre più diffusa come strumento di informazione sul web al punto che sempre più diffusi sono anche gli strumenti disponibili online (di solito gratuiti con possibilità di pas­sare a piani professionali) per la creazione di infografi­che, a partire da template predefiniti o da zero.

Si segnalano, in particolare, Easel.ly, poco adatto al trattamento di dati, perché non consente l’importazio­ne e l’elaborazione di dati, ma estremamente intuitivo nell’utilizzo; Infogr.am e Piktochart (più essenziale la prima, più articolata la seconda) al contrario, sono applicazioni che offrono maggiori possibilità proprio con dati e grafici. Andando oltre, verso strumenti di visualizzazione dinamica e ampiamente interattiva, adatti anche a set molto grandi, con la possibilità di ottenere visualizzazioni filtrate anche secondo più parametri, si segnala Tableau Public che, a differenza di applicazio­ni più complesse non richiede la conoscenza di forme specifiche di codifica. Forme dinamiche di infografica, nella presentazione dei dati da parte degli atenei sono rare e ancora sperimentali: il primo esempio è quello della Libera Università di Bolzano. Presentiamo in det­taglio il secondo, elaborato per rispondere alle esigenze del sistema padovano, già esposte sopra.

Verso la visualizzazione dei dati

Analizzate le esigenze dell’utenza, si è quindi indivi­duata quella dell’infografica come la forma più idonea ad accompagnare gli utenti verso i dati sul sistema. Alcuni punti fermi e requisiti essenziali sono stati stabi­liti nell’elaborazione: 

  • la presenza costante delle informazioni sulla soddi­sfazione dell’utenza rispetto ai servizi, affiancata ai dati numerici sugli stessi;
  • la presenza costante dei rimandi alla reportistica completa, e quindi alla fonte dei dati, attraverso link cliccabili;
  • la presenza di grafici, ovunque fossero presenti mi­sure paragonabili tra loro o riportabili in serie storica;
  • l’apertura a piccole possibilità di interazione con la visualizzazione stessa: le didascalie dei grafici scom­paiono per consentire una visione più pulita, ma pos­sono essere richiamate col clic/tocco per avere un maggiore dettaglio sui dati;
  • la garanzia di accessibilità ai dati anche nella loro forma testuale: l’infografica è costruita su un foglio di calcolo accessibile all’utenza.

Il risultato della prima elaborazione è stato pubblicato alla fine del 2015 e aggiornato a febbraio 2016, ed è stato realizzato attraverso l’applicazione online Pik- tochart. Una presentazione, almeno nelle intenzioni, accattivante e che risponda alle curiosità dell’utente, stimolandone di nuove e incoraggiando il dialogo già aperto con le indagini di customer satisfaction.

Figura 5 Schermata di apertura dell’infografica

Conclusioni

La regolare raccolta dei dati produce un vero e proprio cambiamento di mentalità per cui, dal singolo biblio­tecario al responsabile di biblioteca fino ai vertici del sistema, diventa normale che le attività svolte siano misurate e misurabili in termini di efficienza ed effica­cia. Diventa normale che i dati raccolti siano alla base delle decisioni e dell’ampliamento e del miglioramento di servizi vecchi e nuovi.

La consapevolezza che gli attori del sistema acquisi­scono su se stessi permette di progettare un’offerta che sia rispondente a esigenze reali, chiara, resa espli­cita attraverso una carta dei servizi costantemente e pubblicamente monitorata.

Per verificare l’efficacia di un servizio è necessario il feedback dell’utente, ma per renderlo utile ai fini della gestione è fondamentale che:

  1. la valutazione ricevuta dall’utente sia correttamente interpretabile, alla luce della serie storica, della meto­dologia adottata e dell’analisi accurata delle risposte;
  2. l’utente stesso diventi consapevole del suo ruolo all’interno di un processo di valutazione finalizzato al miglioramento continuo.

Un utente consapevole è

  • informato a proposito di servizi e opportunità, in modo da poter maturare attese coerenti con il livello dell’offerta;
  • informato a proposito degli esiti del monitoraggio, perché il coinvolgimento sia sostanziale e includa l’u­tente in tutte le fasi del processo;
  • guidato nella lettura, richiesta e interpretazione dei dati.

Ogni anno, attraverso il questionario di soddisfazione chiediamo ai nostri utenti che per ogni servizio indi­chino la frequenza di utilizzo e (se utilizzato) il grado di soddisfazione. Non manchiamo mai di ricevere que­stionari in cui l’utente (disinformato o distratto?) pur indicando come frequenza di utilizzo “Mai” esprime comunque un giudizio, generalmente più sfavore­vole di quello espresso da chi dichiara di utilizzarlo: la percezione di ciò che non si conosce può essere distorta e modificare di conseguenza – negativamente – il giudizio su di esso.

La consapevolezza nelle strutture ha già prodotto mi­glioramenti organizzativi: se l’utente, che è al centro del ciclo di miglioramento continuo, acquisisse a sua volta la stessa consapevolezza, non potremmo aspet­tarci cambiamenti altrettanto significativi?

È compito di ogni biblioteca presentare i servizi, le strutture, i risultati in maniera il più possibile comple­ta, accessibile e orientata sulle richieste dell’utenza. Un giudizio basato sulla reale conoscenza dei servizi e sulla percezione di un coinvolgimento effettivo avrà la possibilità di individuare reali margini di miglioramento e di formulare suggerimenti obiettivi, credibili e concre­ti, non basati non solo su sentimenti di pancia, luoghi comuni o scarsa informazione.